Il miracolo dei Santi Medici

CRISPIANO – In cinquanta domenica scorsa hanno raggiunto Alberobello per onorare la festa dei Santi Medici. Sono andati a piedi, percorrendo circa trentacinque chilometri, come vuole la tradizione crispianese, che dimostra ancora l’attaccamento per la Valle d’Itria. Dai paesi del cuore della Puglia provenivano, infatti, i coloni che ripopolarono l’agro di Santa Maria di Crispiano alla fine del Settecento.
Ad onorare i due santi taumaturgici, Cosma e Damiano, si va ancora a piedi per fede, per sport, per stare insieme, per fare una scampagnata fuori porta. Come i pellegrini d’un tempo e alla stessa maniera di quelli che da tutto il mondo ancora oggi prendono parte al flusso millenario ininterrotto tra Roncisvalle e Santiago de Compostela, in Spagna, dov’è il santuario dedicato all’apostolo Giacomo, novecento chilometri oltre.
L’appuntamento di fine settembre da Crispiano ad Alberobello fino a due anni fa era fissato tassativamente all’ora dei briganti: mezzanotte, punto d’incontro l’angolo tra la circonvallazione e via Pentimarossa. Il cattivo tempo degli ultimi anni, la relativa comodità nel percorrere strade di campagna di giorno, anziché in piena notte, ha convinto i partecipanti abituali ad anticipare all’ora dell’Angelus l’inizio del cammino, lungo i sentieri che portano fin dentro la basilica della capitale dei trulli.
I pellegrini crispianesi fanno un percorso quasi simile a quello di un secolo fa. Passano nel bosco delle Pianelle dove è prevista la prima sosta. Transitano sulla provinciale Massafra-Martina, vanno per i campi oltrepassando greggi e cani pastori, sfiorando masserie dal fascino imperdibile come masseria Palazzo e masseria Badessa (tra i colli della mela murgina dove da sempre avviene la terza ed ultima sosta dei viandanti). I crispianesi guardano col naso all’insù le antenne militari e televisive poste sul cucuzzolo dei colli murgiani, vanno per sentieri impercorribili per le auto. Scavalcano perfino alcuni muretti a secco. E vanno velocemente verso la meta.
Ce l’hanno fatta anche quest’anno. I pellegrini crispianesi sono arrivati dai due Santi Medici quasi verso il tramonto, dopo oltre cinque ore di cammino. Stanchi, sudaticci, ma felici e pronti a camminare l’anno prossimo, anche se dovesse piovere. Senza grandi organizzazioni alle spalle, senza parrocchie o amministrazioni patrocinanti, senza autoambulanze, accettando il rischio proprio di chi si fa pellegrino. I cinquanta cittadini crispianesi hanno camminato dimostrando ciascuno le proprie private ragioni del piccolo viaggio (anche interiore), semplicemente con la forza dei propri passi. Probabilmente molti di loro non si attendono alcun premio, nessun riconoscimento da parte dei potenti Cosma e Damiano, come la salute ritrovata o qualche altro evento inspiegabile. E già questo è, di per sé, il piccolo miracolo che si rinnova da due secoli a Crispiano.

C.Z.

Fonte: Cataldo Zappulla