TARANTO – Alle 11,21 entra nel Salone degli specchi il capo dei commissari Tommaso Blonda, completo nero, cravatta e calze rosse a tono, per l’attesa conferenza stampa di ieri mattina: gomiti larghi sul tavolo, Blonda non parla a braccio, legge cinque pagine di comunicato stampa. La sostanza del discorso è il dissesto economico. A festa finita, Blonda glisserà alle domande più politiche dicendo del suo lavoro (coadiuvato da altri 4 commissari): “Rimaniamo una parte terza. Ci siamo comportato da notai, prendendo atto in questi mesi della situazione”. Ed ancora: “Speriamo che dalla nostra gestione abbia fatto emergere tutta la verità sulla situazione dei conti”.
C’è un che di mestamente poetico nelle sue parole: “Le passività erano un fiume che si ingrossava ogni giorno di più che procedevamo ai controlli. Il dissesto è per me è un atto sofferto. Provo amarezza. I prossimi tre mesi senza risorse saranno un travaglio per la città”.
Blonda ripercorre le tre fasi che hanno condotto all’ultimo atto, quello della dichiarazione di incapacità di far fronte alle spese: “È un atto obbligatorio”, e giù cifre su cifre, con qualche incertezza. Si dice “euro” o “euri”? Poco male, “impossibile il riequilibrio per il 2006”, una montagna i debiti fuori bilancio che, tra quelli accertati e quelli in fase di valutazione, superano i 110 milioni di euro. L’entità totale del buco, “il disavanzo strutturale”, sfiora i 300 milioni di euro/euri. Le casse municipali sono semplicemente vuote. “Senza un gesto di solidarietà da parte delle istituzioni” i prossimi stipendi e la tredicisema (almeno 15 milioni di euro) slitteranno al 31 gennaio 2007. Il prossimo 25 ottobre una riunione a Roma, nella sede del Ministero del Lavoro, avrà per tema il welfare a Taranto, ossia come ricollocare i circa 1000 lavoratori delle ditte appaltatrici del Comune.
C’è un lato positivo nella dichiarazione di dissesto: “Dalla data della sua firma, il 17 ottobre 2006, si bloccano le azioni esecutive nei confronti del Comune (ammontano a 12 milioni i pignoramenti già attuabili, ndr) e i debiti cessano di produrre interessi”. Ma l’insegnamento principale è un altro, aggiunge Blonda: “A questa città serviva un bagno di legalità. In questi mesi abbiamo testimoniato la verità”.
Stamane, le carte della dissolvenza cittadina saranno spedite alla magistratura regionale contabile ed al Ministero degli Interni. Tocca imparare una nuova sigla, ‘CLS’, sta per Commissione liquidatrice straordinaria. Sarà nominata dal dicastero guidato da Giuliano Amato nelle prossime settimane. Da allora, la gestione contabile del capoluogo sarà “divisa in due tronconi: l’ordinaria amministrazione per garantire i servizi ai cittadini e la gestione separata per la liquidazione della massa di creditori”, attraverso la vendita degli immobili cittadini: 44 milioni la somma dei terreni vendibili da subito.
Ancora per poco il Salone degli Specchi del Municipio, con splendido affaccio su piazza Castello, sarà dato in affitto (anche stamane) a 348,00 euro per ciascun matrimonio civile. Probabilmente aumenterà anche questa tariffa nei prossimi tre mesi, come tutto il resto. Un salone di rappresentanza ambito, che deve il nome a ben dieci specchi quattro metri per due affissi alle sue pareti. Accesi, i suoi tre lampadari, invece, appaiono ancora più monumentali, grazie allo scintillare di sessanta lampadine ad incandescenza. Nove erano ieri quelle fulminate. Si risparmia anche così al tempo della crisi più grave della storia cittadina.
Fonte: Cataldo Zappulla