CRISPIANO – Magro, altezza media, impeccabile nel clergyman nero, si è presentato così il nuovo giovane parroco di San Francesco. Al posto dello scomparso don Domenico Lentini, il trentenne don Francesco Imperiale, nativo di San Marzano, secondo di quattro figli, ha fatto qualche giorno fa la cosiddetta ‘immissione canonica’, l’ingresso formale nella sua nuova parrocchia, anzi la prima guidata direttamente da lui.
Sacerdote da cinque anni, con studi compiuti al Seminario regionale di Molfetta, don Francesco annovera infatti un anno da vice nella parrocchia Sant’Egidio di Tramontone e due anni a San Cataldo, nel cuore di Taranto Vecchia. La sua formazione scolastica è invece nella norma: diploma di ‘perito elettronico’ conseguito a Francavilla Fontana. Competenze tecniche che don Francesco ha arricchito ulteriormente, e che gli sono tornate utili per metter su siti internet parrocchiali e per comunicare modernamente la fede.
Il 2006 è stato un anno di svolta per il secondo parroco più giovane della Diocesi di Taranto. Venuto a mancare il papà, prepensionato Ilva, per un infarto nell’aprile scorso, quattro mesi fa gli è stato proposto di diventare assistente regionale dell’Acr, una sigla conosciutissima che sta per ‘Azione Cattolica Ragazzi’. E dall’1 ottobre è anche assistente diocesano per la stessa organizzazione religiosa. A fine luglio la svolta più significativa. Pochi giorni dopo la dipartita del vecchio parroco, “l’inaspettata proposta di coprire la sede vacante di Crispiano”. Già nel giugno scorso Imperiale aveva deciso di rinunciare all’insegnamento a scuola (alla scuola Galilei di Taranto, l’anno passato) per dedicarsi agli impegni Acr. Con tutte queste nuove responsabilità, gli rimarrà poco tempo libero per dedicarsi ai suoi hobbies preferiti come la piscina.
“In parrocchia a Crispiano sento che i gruppi chiedono di poter innovare. Hanno molta voglia di fare”, confida Don Francesco, “sono arrivato proprio nel vortice delle ricorrenze di san Francesco d’Assisi (il 4 ottobre scorso) e della Madonna di Pompei”, la cui cappellina in via Mesole è curata per tradizione dal parroco della chiesa San Francesco . Primi impegni? “Cercherò di metter su ‘gruppi famiglia’, per colmare l’assenza dei trentenni, proponendo loro un cammino per confrontarsi sui problemi della quotidianità. Verso Natale cercherò inoltre di iniziare la visita alle famiglie del quartiere”.
Una zona ed un paese ancora tutto da scoprire per don Francesco, o quasi: “Conosco poco di Crispiano, tranne il Presepe vivente organizzato dalla Pro Loco, che ho visitato in passato. Questo paese è tutto un saliscendi”, dice sorridendo don Francesco che, invece, ammette di non essere “molto estroverso”, ma sa di doversi impegnare nei confronti delle oltre quattromila anime, tante quanto è grande il suo nuovo quartiere di lavoro. “Appena sistemata logisticamente, verrò a dormire qui in canonica, perché penso che il parroco debba vivere con la sua comunità”.
Alla domanda “quale figura della Chiesa l’ha maggiormente ispirata”, segue una risposta semplice. Nessun nome altisonante, nessun Papa Karol o madre Teresa: “Il mio parroco, don Franco Venneri, a San Marzano da quarantatre anni e solo adesso in procinto di andare in pensione”.
Già fatto conoscenza degli altri sacerdoti crispianesi? “Con don Saverio (parroco della Madonna della Neve) e don Emidio (a Santa Maria Goretti) condividiamo la necessità di uniformare il nostro lavoro pastorale. Ci siamo ripromessi di incontrarci spesso. È già capitato alcuni venerdì ad ora di pranzo”. Ospiti di un noto locale crispianese.
Fonte: Comunicato Stampa Alleanza Nazionale