L – AFRICANA

In un numero precedente di Pubblinews abbiamo raccontato l’esperienza di Angelo Ippolito, che risiede all’estero con la sua compagna Margherita Bellopede da oltre quarant’anni.
Ha scritto un memorial di 160 pagine che spera venga pubblicato da qualche editore sensibile al problema dell’emigrazione, ancora vivo per le regioni del Sud.
“L’emigrante – scrive Ippolito – vive sempre con l’atmosfera di qualcosa che manca o qualcosa che può succedere; un’ansia che contrassegna la nostra vita di sofferenze nascoste, perchè la propria terra è lontana, ognuno ha lasciato qualcosa, chi di meno, chi di più e sente alle sue spalle il ricordo lontano di quel sole cocente che ti abbronzava e la polvere nella quale godevi saltellando.”
“Il mio grande orgoglio – dice Ippolito nel suo scritto che come sappiamo ha intitolato ‘La valigia di cartone’ – è stato quello di capire migliaia di emigranti che lì avevano difficoltà ad integrarsi, ad orientarsi; il mio impegno è stato quello di trovare tutte le strade di comunicazione per aiutare i miei connazionali a risolvere i loro problemi, anche se è molto difficile in uno stato estero, considerata la difficoltà di imparare la lingua per i connazionali di diverse regioni con usi e dialetti diversi. Non mi sono mai stancato di farlo, sapendo che le persone che hanno bisogno non è necessario capirli con la lingua o col dialetto, ma bisogna capirli col cuore”.
Ippolito conclude con “un grande riconoscimento alla mia cara compagna della vita, Margherita, ci conosciamo da cinquant’anni e da 46 siamo sposati, uniti nella fede e nel cuore ella ha sempre contribuito insieme a me anche se aveva i suoi problemi della famiglia, tre figli e problemi di salute. Mi ha aiutato in tutto, specie per le persone che hanno bisogno, mi aiuta nell’ufficio, prende appuntamenti con le persone e tutte e due insieme, cerchiamo di venire incontro alle numerose richieste di aiuto”.
Con il sig. Ippolito la conversazione avuta in occasione delle sue ferie a Crispiano, ha portato alla scoperta del significato “L’Africana” riferita ad un quartiere della nostra cittadina, normalmente conosciuta come la zona “più calda” del paese.
Invece nella nota che segue Ippolito ci descrive esattamente, l’origine di tale denominazione.
Premette che “tutte le persone hanno un nome ed un cognome ed anche un soprannome, alle volte bello, brutto dispregiativo e delle volte anche offensivo ed ognuno deriva da un motivo, ed anche le citta – , paesi e rioni o frazioni. Da quando sono nato per trent’anni vissuto in Crispiano, tutti mi dicevano ‘l – africano’, ‘dove abiti int a frgen’, ma senza mai sapere perché io ero africano e la zona pure”.
“La Storia è questa – aggiunge Ippolito – il 15 aprile 1935, mio padre Michele e mia madre Simonetta Immacolata, comprarono nella Zona Difesa, in mezzo alle sterpie tra lucertole e qualche serpente, un pezzo di questo terreno, non vi erano strade, era un deserto ed insieme al Comune, mio padre designarono la casa e la strada , ma solo su un pezzo di carta perché – non esisteva nessuna direzione; fecero la pianta ed il quattro agosto 1935 la casa era finita, mentre si costruiva la casa sono nato io, il 12 maggio 1935 in zona San Francesco. Finita l’abitazione mio padre vi andò ad abitare ma si arrivava solo coll – asino. Su richiesta di mio padre, dopo pochi giorni vanno due vigili ed un muratore per denominare la strada e assegnare il numero civico. Dopo averla apposta, invitato a leggere la targa con la scritta “Via Daua Parma”, mio padre chiese: ‘come mai questo strano nome?’ e il vigile (molto probabilmente Raffele Leo) rispose: ‘da oggi quando ti domanda una persona dove abiti, tu devi dire nell – africana; da oggi …agosto 1935 questa è l – africana di Crispiano, e non piu – la Difesa (a rfes)”.
“Poi – aggiunge il ns. prezioso interlocutore – fu fatta anche la strada di Via Monte Grappa; sono partito in Germania e mi arroventava la mente per sapere perché era ststa intitolata una strada ad una città o fiume africano; con le ricerche ho compreso che in quei tempi il Comune di Crispiano aveva avuto un dispaccio da Roma di intitolare una nuova strada a Daua Parma in ricordo e in memoria dei nostri eroi caduti nella guerra dell – Africa, perchè i soldati italiani conquistarono nelle parte di Adis Abeba in Africa, un fiume o una città con questi nomi”.
“Questo e – tutto quello che so – conclude Ippolito – spero che sia preciso” e ricorda che lui e l’africana, sono nati quasi insieme, e che quindi festeggiano un gemellaggio di 71 anni in onore di Crispiano e degli eroi.

Fonte: Michele Annese