Il Centro Montale si arricchisce di un documento importante scritto dall’amico Tommaso Mario Giaracuni, artista e poeta molto apprezzato.
Il critico tarantino si è soffermato con la sua consueta dovizia sugli studi della nostra concittadina dott.sa Maria Santoro, la quale ha effettuato la prima catalogazione del “Fondo Milano” presente nel Centro Montale, visitato da diversi studiosi tra i quali Paolo Valesio, professore di lingue e letteratura italiana alla Yale University-USA.
Giaracuni scrive: “entro subito in argomento senza orpelli e giri di parole scrivendo della Tesi di Laurea della poetessa e scrittrice di Crispiano, Maria Santoro e che vive abitualmente tra Lama e Taranto quindi molto sul mare fonte di ispirazione e preferenza, come vedremo. Una tesi che mi ha intrigato totalmente, intanto per il tema, la poesia, una delle arti che frequento da decenni poi per lo stesso prezioso lavoro di ricerca critica riguardante uno dei grandi della poesia italiana moderna, Eugenio Montale. Il poeta di – Ossi di seppia – , il Poeta che degli elementi del suo paesaggio fa emergere prevalente, quello del mare un particolare che più ci avvicina a lui, che più è vicino a noi abitanti sul mare e non solo, le peculiarità del nostro territorio le avvertiamo nei tanti rivoli lirici del Poeta, quasi una premonitrice presenza, un messaggio balenante e allusivo, riflessi nell – odore dei limoni, nel fruscio degli ulivi e delle palme, nella fisicità pungente delle agavi, nei crepacci delle gravine, tutto avvolto nel respiro ampio e smisurato del Mediterraneo.
Ecco, Maria Santoro affascinata dal progetto-mare di Montale, si tuffa con abile e appassionato impegno in una ricerca che non è mero esercizio critico, bensì riproposizione di un nuovo Montale, un Montale reso vivo e più accessibile dalle considerazioni auliche dell – allieva, gradevoli e semplici, offrendosi dalla parte di chi legge prerogativa del buon saggista. Semplificando, rammentiamo il panorama della poesia italiana, prima di Montale, dominava la triade D – Annunzio, Carducci, Pascoli. Con il Poeta ligure si riformuleranno nuove istanze, indicò nei giovani poeti fiducia e incoraggiamento, pur se provò fastidio per le avanguardie e, severo come egli si definiva, specie contro la stupidità e la superficialità, considerava la poesia purissima arte fede assoluta: – Ora son io l – agave che si abbarbica al crepaccio/dello scoglio e sfugge al mare… – .
“Numerosi sono gli oggetti concreti o richiamati – prosegue Giaracuni – che affollano la poesia di Montale, ma il grande scenario è il paesaggio ligure come per noi la Puglia bagnata da più parti, dal mare assunto come interlocutore prepotente, di riflessioni profonde e contingenti, interlocutore vivo e solare. Maria Santoro avverte imperiosa e struggente la presenza della poesia montaliana, nel suo andamento nostalgico che evoca il passato, nel travaglio proprio del movimento del mare, ora sereno, ora tempestoso, e ne cattura la vita, metaforicamente in ansiosa attesa sulla roccia a picco sul mare: – … io che sognava rapirti / le salmastre parole in cui natura ed arte si comprendono… – . L – analisi critica di Maria Santoro procede non tanto per sedimentazione dei giudizi di autorevoli studiosi, ma ella stessa, puntuale e lucida studiosa, al poeta Montale offre contributi nuovi e nuovi aspetti interessanti. Un ventaglio di considerazioni e di approfondimenti redatti in maniera semplice, accessibile che invoglia alla lettura e allo studio. Maria Santoro si è avvalsa, er le sue ricerche, della prestigiosa biblioteca dell – Università di Lecce e, soprattutto, con piacere, del – Centro Studi Montaliani – istituito presso la – Biblioteca civica C. Natale – di Crispiano, mercè la lungimiranza e sempre squisita disponibilità del Direttore della Biblioteca, che ha permesso, altresì, i contatti della Santoro con il prof. Giuseppe Milano studioso esimio dell – opera poetica di Montale. Il percorso poetico montaliano,vasto e variegato, è stato affrontato da Maria Santoro nei suoi aspetti salienti, ma richiamati con cronologia nella completezza dell – opera, soffermandosi su alcuni passaggi più significativi e caratterizzanti, contribuendo ad arricchire la dimensione scientifica del sapere e la facilità d’approccio, sì da servire come possibile studio didattico nella scuola. Dunque un lavoro di grande utilità quello dell – allieva Maria Santoro, un ulteriore tassello che ben si colloca nel frastagliato panorama montaliano affianco alle numerose enunciazioni critiche di più autorevoli studiosi, da Barberi Squarotti a Bo, da Ramat a Manacorda, da Spagnoletta a Contini e ancora tanti altri, ora Santoro. I temi e le ragioni della poesia montaliana sono molteplici, l – osservazione della vita diventa poesia, il cinema, il romanzo, e tante altre schegge, la donna-poesia, si trasferiscono ne – L – opera in versi – e nel – Diario postumo – . Poi il mare, naturalmente – Ossi di seppia – e – Le Occasioni – , un progetto-mare a cui Maria Santoro si sente più imparentata, più felicemente calata nel salmastro di quella poesia che riflette la sua – Casa sul mare – e l – orizzonte scrutato sull – immenso Mediterraneo. E – in questo spirito – dichiara l – Autrice – che ho riposto il fine della mia ricerca”.
Giaracuni concludendo queste brevi note, che non ritiene esaustive, dice che “Maria Santoro ricorda, nelle pagine della sua Tesi, la apertura del Centro Studi Montaliani – Vito Michele Milano – presso la Biblioteca – C, Natale – di Crispiano con la partecipazione del prof. Donato Valli che inaugurò egli stesso il Centro con doviziosa e dotta relazione, il sindaco greco Papamicroulis e l’attore tarantino Ettore Toscano che ha declamato alcune liriche da – Ossi di seppia – . Fa piacere annoverare gli interventi del prof. Pino Santoiemma, della giornalista Silvia Laddomada e Pierfranco Bruni”.
Fonte: Michele Annese