I ragazzi di Azione Giovani di Crispiano, insieme ai dirigenti di An, giovedì scorso hanno organizzato un incontro di riflessione dal tema “sport-calcio-violenza”.
“Un appuntamento – dice il dirigente regionale Giuseppe Delfino – per ascoltare i giovani sugli ultimi accadimenti che hanno sconvolto gli scenari sportivi, relazionandoli ai provvedimenti che i politici avrebbero dovuto realizzare prima di tutto ciò. Parte fondamentale dell’incontro, è stato l’aspetto propositivo della Crispiano giovane, per trovare soluzioni adeguate al problema, che potrebbe servire da spunto per i politici competenti in materia. Si prova rammarico che il mondo del calcio si sia fermato solo dopo l’ennesimo incidente e addirittura abbia snobbato altre salme forse meno illustri come il dirigente calcistico venuto a mancare poche settimane fa in Calabria. Questa incongruenza comporta altre riflessioni importanti e doverose di natura etica e culturale. In un momento delicato come questo, provocano sconcerto le parole di discredito usate dal deputato F. Caruso, le sue dichiarazioni, rilasciate dopo il barbaro omicidio dell’ispettore Raciti, sono inaccettabili, irriconoscenti ed incivili e, come tali, da respingere con forza. Eravamo certi che la politica di Rifondazione Comunista fosse tutta rivolta ad abbattere la figura degli uomini e delle donne appartenenti alle forze dell’ordine, ma non pensavamo si potesse mai giungere a pronunziare tali pesanti parole”.
“Per noi uomini di destra – conclude Delfino – tutte le forze armate e i corpi paralleli, che hanno sempre gestito l’ordine pubblico e la sicurezza di tutti i cittadini, con grande senso di responsabilità e con alta professionalità, meritano tanto rispetto. Chi oggi, come Caruso, pur di fronte al sacrificio di un padre di famiglia, osa mortificarne l’immagine, con le accuse più volgari, non è degno di essere considerato italiano, tanto meno di rappresentare in Parlamento i cittadini di una Nazione civile, quale l’Italia. Il deputato Caruso e la sinistra dovrebbero invece inchinarsi alla memoria di tutti i rappresentanti delle forze dell’ordine, periti nell’esercizio del proprio dovere a tutela dello Stato”.
Fonte: Michele Annese