Nuova intimidazione contro An

CRISPIANO – Presa di mira nuovamente la sezione di Alleanza nazionale. “Nella notte tra il 27 e il 28 gennaio 2007 alcuni vandali hanno imbrattato il portone d’ingresso del nostro locale circolo”, ha dichiarato alla stampa il dirigente regionale Giuseppe Delfino.
Dopo l’attentato incendiario di qualche settimana fa, che aveva parzialmente rovinato il vecchio portone d’ingresso della sezione ubicata in pieno centro (corso Vittorio Emanuele), un nuovo gesto intimidatorio ha avuto come obiettivo il partito di Fini e della Poli Bortone.
Nella nota stampa Delfino parla di “ambienti vicini alla sinistra estrema”. Oltre ad alcuni insulti nei confronti di un giovane militante crispianese dello stesso partito, gli ignoti responsabili dell’atto di vandalismo hanno tracciato – quantomeno con una certa confusione di idee – alcuni simboli come la ‘A’ di anarchia, ma anche una ‘falce e martello’, simbolo del comunismo (che con l’anarchia non ha mai avuto molto da spartire), ed un altro simbolo al contrario: la svastica nazista barrata, inserita in un tondo che nella segnaletica stradale contrassegna i cartelli di divieto.
Il fattaccio è accaduto in una data storicamente importante: il Giorno della Memoria della Shoà ebraica durante la Seconda guerra mondiale. “Come se non bastasse – prosegue Delfino – a livello nazionale il ministro Mastella non aiuta a smorzare gli animi con il suo ultimo disegno di legge dall’impostazione totalitaria”. Il ministro della Giustizia vorrebbe introdurre in Italia, sulla falsariga di altre leggi nazionali vigenti in Francia e Austria, il carcere per chi nega l’olocausto. “Il Ddl in questione non tratta specificatamente la problematica antisemita o razziale in generale, attraverso la persecuzione delle idee ‘negativiste’, ma individua un nesso tra le idee razziali (e antisemite) e la loro eventuale applicazione. A nostro parere, così si ripete la strana logica dell’incitamento all’odio razziale e le conseguenze le pagano i circoli di destra territoriali e periferici, dove i controlli notturni sono inesistenti. Presto i giovani di destra scenderanno in piazza, anche sul territorio tarantino, magari accanto agli storici che si sono ribellati alla scelta unilaterale del ministro Mastella”. Subito dopo la presentazione del controverso disegno di legge da parte del Guardasigilli, centocinquanta storici italiani hanno firmato un appello per difendere la ‘libertà della ricerca storica’ e contro le ‘verità di Stato’, ritenendo doveroso affrontare il problema culturalmente e non con la prigione.

Fonte: Cataldo Zappulla