CRISPIANO – “C’è una controversia che si trascina da dieci anni tra un cittadino crispianese e il Comune. Non c’è dubbio che questo signore, stretto congiunto di un amministratore crispianese, abbia difeso bene i propri interessi, anzi benissimo. Bisogna vedere invece se gli amministratori pubblici locali che si sono succeduti nel tempo hanno tutelato altrettanto bene gli interessi di questa comunità cittadina”.
Giuseppe Bennardi – che si autodefinisce un ‘marziano’, perché dice di essere l’unico politico crispianese a voler tornare su questa vicenda – con un’interrogazione consiliare, che sarà discussa in uno dei prossimi consigli comunali, butta al centro della mischia politica una vecchia questione che approderà infine, tra tre giorni, dinanzi al Consiglio di Stato. Bennardi ripercorre in quattro pagine di interrogazione l’intricata storia di una sanziona amministrativa comminata nel 1996, per una nuova costruzione, ad un noto cittadino crispianese di cui fa nome e cognome nel testo. Peppino Bennardi qualche sera fa, nella sede degli azzurri in corso Umberto, ha mostrato le carte, le pezze d’appoggio che hanno giustificato fino ad ora il mancato pagamento della “somma superiore ormai ai centocinquantamila euro”. Ed ecco le carte bollate, i nomi degli avvocati pro e contro, numeri e date dei ricorsi intentanti dallo stesso privato per smontare la sanzione pecuniaria: quelli al Tar regionale, per esempio, che però “nel 2001 li respinse”. A stretto giro di posta un nuovo “ricorso, in appello, innanzi al Consiglio di Stato chiese l’annullamento e/o la riforma, previa sospensione dell’esecutività” della forte sanzione. Una delibera comunale del 3 ottobre 2001 “sospendeva la suddetta cartella esattoriale e la relativa procedura esecutiva fino alla definitiva pronuncia del Consiglio di Stato”. Salto temporale di sei anni ed eccoci probabilmente alla tappa finale con l’attesa per la decisione ‘nel merito’ dell’organo giurisdizionale. Nel frattempo, però, nel 2006 accadono due fatti. Il primo: il 17 gennaio il costruttore in questione ottiene il condono edilizio per l’immobile sotto accusa. Secondo: a seguire, nel giugno scorso il Comune rinuncia al credito con un atto firmato da un funzionario comunale che in burocratese parla di “discarico amministrativo delle sanzioni poste a ruolo”. Nel maggio del 2005, però, continua Bennardi, “in sede di approvazione del bilancio di previsione, l’Amministrazione Laddomada aumentò le tasse comunali. Nella stessa occasione chiesi il perché non si era provveduto prima ad incassare quella somma iscritta ai ruoli esattoriali”.
Da questo intreccio da azzeccagarbugli prendono spunto otto domande poste da Bennardi in coda alla sua interrogazione. Eccone alcune: “Come mai il Comune non ha richiesto celermente il pagamento di quanto dovuto? Perché l’Amministrazione Laddomada non ha mai provveduto a iscrivere in bilancio, tra le entrate, le somme spettanti contrariamente a quanto fatto con gli accertamenti Ici per gli anni 2001 e 2002? In base a quale legge o indirizzo politico la Giunta ha provveduto al ‘discarico amministrativo’ in pendenza della decisione del Consiglio di Stato”, che deve ancora avvenire?” Bennardi si chiede ancora quanto ha dovuto spendere il Comune per difendere in questi anni il suo credito, tra “spese legali, costi amministrativi, bolli, ecc.” al quale ha poi rinunciato?
L’ultima domanda, la più squisitamente politica, chiede come “si potrà mai spiegare ai cittadini questa storia, visto che recentemente anche per somme di pochi euro i crispianesi sono stati perseguiti dal fisco comunale?”.
Fonte: Cataldo Zappulla