L’assessore ai Lavori Pubblici e Urbanistico dott. Antonio Magazzino, comunica che la Giunta Comunale ha approvato la delibera relativa al progetto preliminare per l’acquisto, il consolidamento strutturale e restauro della Torre Cacace.
Nella relazione allegata al progetto dell’arch. Antonio Bonifazi, per un importo complessivo di € 1.150.000,00, si legge: “Siamo ai margini sud dell – attuale abitato del Comune di Crispiano, in un terreno in collina compreso tra la via Taranto, le ultime case dell – abitato crispianese e il bivio per il cimitero sino al crinale a est della collina stessa. Area, destinata sin dal `500 al pascolo ed agli usi civici, vede la sua prima trasformazione intorno alla metà dell – 800 ad opera di una famiglia tarantina particolarmente attiva nel settore dell – industria e del commercio, nella persona di Carlo Cacace. Egli aveva ottenuto questo pezzo di verde dal Comune di Taranto (in effetti, il Comune di Crispiano fu istituito solo nel 1919) per realizzarvi un complesso residenziale a sua disposizione di particolare articolazione, provvisto di un ingresso monumentale, di una villa padronale e di costruzioni minori, un giardino dell – eden, ed infine un viale segnalato da due leoni in pietra e che saliva sino alla Torre. Essa è rappresentata da una costruzione a pianta ottagonale, con caratteristiche architettoniche non esattamente riconducibili a stili tipicizzati, di cui incerta è la data di costruzione: Rassegna Pugliese del 1913 la descrive come «…Torre settecentesca, alta trenta metri, di forma ottogonale, con in cima un albero di bastimento…». Alla morte del Comm. Francesco Cacace, Carlo volle ivi seppellire le sue spoglie e quelle dei familiari trasformandola in un singolare monumento funerario. Dalle testimonianze scritte, essa esisteva già alla data di costruzione del vicino asilo «Amor Fraterno» nel 1873, costruito dallo stesso Carlo Cacace dove «… trovarono ricovero ed istruzione dodici orfanelle guidate da tre suore di S. Anna, che avevano anche il compito di custodire quel mirabile monumento funerario». Il degrado cominciò dopo la morte di Carlo Cacace nel 1917 (ed in particolare con il trasferimento delle suore avvenuto nel 1968. Ndr) per cui ad oggi poco è rimasto di quella particolare complessità.
Terminata la custodia del fu monumento funerario, la Torre fu saccheggiata e spogliata degli arredi e cimeli in essa contenuti; il parco, giardino all – italiana, fu lasciato in stato di abbandono.
La realizzazione della linea ferroviaria lungo l – asse sud-ovest nord-est ha isolato la Torre dal resto del complesso interrompendo il viale che ad essa conduceva; l – ampliamento di Via Taranto, agli inizi degli anni – 80, ha comportato la demolizione dell – ingresso monumentale; così come, in stesso periodo, furono demoliti due villini e il viale principale; la parte bassa dell – area, vicino alla Via Taranto, fu occupata da due costruzioni di uso pubblico: una scuola materna e la scuola alberghiera.
Il progetto prevede la riqualificazione di questo storico monumento e dell – area di pertinenza con l – obiettivo principale di recuperarlo prima che venga irrimediabilmente perso, renderlo fruibile e visitabile per scopi culturali e didattici. In esso sono previsti il ripristino delle recinzioni realizzate con muretti a secco secondo la tradizione rupestre, la realizzazione dell – asse pedonale principale che va da Via Taranto sino alla Torre, partendo dal lotto successivo a quello su cui insistono l – Istituto Alberghiero e la scuola materna, con un vialetto in selciato, superando la linea ferroviaria con un ponte pedonale (ma all – occorrenza carrabile per esigenze di servizio), con bracci secondari sino a penetrare nelle zone laterali del parco.
Si è anche ipotizzato un parco urbano diviso in due settori: la prima parte, più vicina a Via Taranto, conterrà a sx il – giardino degli ulivi – e a dx il – giardino della piante officinali e aromatiche – , destinata al passeggio e alla sosta, la seconda, quella che comprende la Torre, verrà ripristinata con la tipica macchia mediterranea e destinata a mostre temporanee o eventi all – aperto. Verranno posizionati arredi urbani realizzati su disegno e un sistema di illuminazione pubblica per le aree pedonali e di valorizzazione della Torre.
Saranno eseguiti inoltre opere di consolidamento e di risanamento alle fondazioni, alle murature, agli architravi, ai solai di copertura, alle scale ed eseguite tutte le opere di finitura compresa la ricollocazione in opera dell’antico palo da bastimento”.
Il dott. Magazzino informa anche che il progetto è stato già inviato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri che ripartirà le risorse finanziarie derivanti dalla quota dell’otto per mille, previste dal D.p.r. n. 76 del 1998, a diretta gestione statale per gli interventi di conservazione dei beni culturali, il restauro, valorizzazione e fruibilità da parte del pubblico dei beni di interesse architettonico, artistico, storico, un’opera, quindi, a totale carico dello Stato.
Il vicesindaco aggiunge inoltre, che la presentazione di questo progetto è stata possibile conseguentemente alla dichiarazione di disponibilità di alienazione dei beni al Comune di Crispiano da parte degli eredi Cacace.
Il nostro illustre concittadino Giovanni Casavola, fine poeta del quale la Biblioteca conserva gelosamente le sue opere, così descriveva l’otto gennaio 1916, i luoghi della Torre:
“Ave, o Pineta, d – odorate chiome,
tranquilla e bruna di materna ombra!
Da le corolle in flebile armonia
sale ai tuoi effluvi una preghiera e un nome.
Lieve si effonde per la bianca via
di bimbe e di fanciulle un inno alterno;
cantan le suore dell’Amor Fraterno
con signorilità gentile e pia.
Gemon le fronde una canzon segreta,
i fior si destan con tinnii fugaci
e il venticello, con murmuri di baci,
viola i calici e canta: Ave, o Pineta!
Fra le tue rame ne la notte scura
la luna occhieggia e per la villa esala,
tra fulgori d’argento e di bengala,
l – acuta resina sì agresta e pura.
In tanta pace di infantile arbore,
s’ aderge al cielo la Torre-naviglio,
che non colpì giammai nembo o periglio,
che in sé racchiude l’Amistà, l – Amore.
Da quella Torre che al buon Carlo é meta
ed Ara ai figli che cotanto ha amato,
dall’alto Tempio al nome suo sacrato,
scenda sempre il saluto: Ave, o Pineta”
La speranza di vedere tornare alle antiche vestigia la Torre di Cacace e il suo incantevole parco in cui regnavano il silenzio e il canto degli uccelli, si accese già trent’anni fa, quando l’allora Ctg (Centro Turistico Giovanile), costituito nel 1974 (presidente onorario Luciano Gabellone, presidente effettivo Donato Sonnante, segretario Gaetano Pino e Domenico Marsella, Liana Fasano, Anna De Lucreziis e Paolo Caramia, consiglieri. Consulente ecclesiastico Don Sigismondo Verzillo), organizzò la “Settimana della Torre” di cui riportiamo appresso la cronaca, unitamente al disegno, pubblicati sul “Notiziario della Biblioteca” del 1976.
“Posta in cima ad una ridente collina, la Torre di Cacace domina interamente il paesaggio crispianese. Essa ha sempre destato ammirazione ed è conside¬rata ormai Il simbolo della nostra cit¬tadina. (Un locale ristorante ne porta la stampigliatura sui piatti).
La zona circostante, ricca di verde e di pini centenari più a monte, offre un ampio orizzonte con un panorama incantevole al quale al aggiunge un – aria limpidissima e salubre.
Da anni nel paese vi è un certo fermento per la creazione in questa zo¬na di un parco pubblico attrezzato, do¬ve i cittadini potranno recarsi durante il tempo libero.
A tale proposito Il Centro Turistico giovanile ha creduto opportuno verificare la forza di tale fermento, decidendo di installare, proprio ai piedi della Torre, una grande tenda da campeggio ed invitare, di volta in volta, tutte le componenti politiche e culturali del paese e non ultima la cittadinanza ad espri¬mersi intorno all – argomento.
UNA TENDA PER DISCUTERE
Il campeggio, effettuato dal 7 al 14 settembre 1976 e presenziato a turno dai “citigini”, ha dato risultati eccel¬lenti e positivi sotto tutti gli aspetti.
Ha stimolato perfino i più anziani ad inerpicarsi fino in cima alle Torre, facen¬do loro ricordare così i tempi più belli della giovinezza.
Notizie interessantissime sono stata raccolte da ogni tipo di visitatore e la voce è stata unanime e concorde nel fare voti affinché al più presto si prov¬veda alla espropriazione di questo po¬sto incantevole e all – avvio del lavori.
La Biblioteca Civica, sezione “Attività Culturali”, ha aderito con entusiasmo all – iniziativa ed ha offerto la sue più completa disponibilità, come pure le autorità religiose, i circoli cittadini e le segreterie dei partiti.
Il Consiglio Comunale è venuto com¬patto a farci visita sotto la tenda e, reso edotto dai nostri propositi, si è espresso favorevolmente. Quella che più ci ha fatto piacere è stata la pro¬messa del Sindaco, che si è impegnato in sede di Consiglio Comunale, ad istituire una Commissione apposito alla quale parteciperanno anche alcuni Soci dei C.T.G.
Le Segreterie dei Partiti, unitamente ai Sindacati, si sono Impegnati a conti¬nuare nel loro ambito a discutere e ad analizzare la forma migliore per la concretizzazione dei parco”.
Il vicesindaco Magazzino nel suo comunicato stampa sottolinea in proposito, che l’acquisizione della Torre al patrimonio comunale, è stata fortemente auspicata negli anni passati da parte delle associazioni culturali e dalla cittadinanza crispianese, in quanto la Torre Cacace, ha sempre rappresentato la testimonianza storica della Crispiano moderna.
Fonte: Michele Annese