CRISPIANO – La parolina magica ‘partecipazione’ può essere tirata e stiracchiata in diversi modi. Uno di questi riguarda il diritto dei cittadini a conoscere dove vanno a finire imposte, tasse e balzelli chiesti dalle pubbliche amministrazioni.
Prendiamo in esame un caso classico e tra i più odiati: le multe legate alla circolazione dei veicoli. Quando tocca pagare una contravvenzione, ad esempio, dove vanno a finire i soldi dei cittadini? Una delibera comunale di qualche settimana fa chiarisce questo punto: “Destinazione dei proventi delle sanzioni amministrative pecuniarie per violazioni al Codice della strada. Ripartizione anno 2007”.
La delibera, come tutte le altre, si apre con una sfilza di “visto che” e “ritenuto che”. La Legge finanziaria del 2007 obbliga i comuni a “destinare il 50 percento dei proventi devoluti per sanzioni amministrative legate al Codice della strada” a finalità civiche come l’educazione stradale, redazione di piani urbani del traffico, studi, ricerche e via discorrendo. Le stesse voci sono prese e poste nella delibera in questione. Leggiamo che i sette assessori più sindaco di Crispiano hanno approvato all’unanimità la ripartizione del 50 percento delle multe appioppate ai cittadini, anche se il gergo burocratico è più bello: perché una multa solitamente ‘si eleva’, manco fosse un cartellino giallo calcistico contro un attaccante colto in fuorigioco: “Il 45 percento servirà a fornire mezzi tecnici, strumentazione e manutenzione degli stessi necessari al servizio della polizia stradale”. In ordine di importanza troviamo poi un buon 15 percento destinato alla “previdenza integrativa per il personale di polizia municipale che esplica servizio di polizia stradale”. Il 14 percento dei soldi pagati quando si parcheggia sulle strisce pedonali, o si commettono altre imprudenze, serviranno per “interventi atti a tutelare la sicurezza stradale degli utenti deboli: bambini, anziani”, eccetera. Il 12 percento del bentolto o del maltolto, a seconda dei casi e dei gusti, “servirà a coprire ricerche, studi e propaganda ai fini della sicurezza stradale di competenza dei comuni”. Ma una montagna di reclami e contestazioni, contro le multe ricevute annualmente dagli automobilisti, finiscono sui tavoli dei giudici di pace di tutta Italia. L’associazione nazionale dei consumatori, Codancos, ha sollevato nelle ultime settimane questa protesta: “Entrano soldi facili nelle casse dei comuni italiani grazie ai limiti di velocità sballati. L – articolo 3 del Codice stradale definisce ‘centro abitato’ un insieme di edifici, un raggruppamento continuo… costituito da non meno di venticinque fabbricati e da aree di uso pubblico… E l – articolo. 142 stabilisce il limite di 50 Km/h per le strade nei centri abitati. Insomma il limite dei 50 orari non deve valere all – inizio del territorio comunale anche se ci si trova in aperta campagna, ma solo dove cominciano ad esserci effettivamente le case e gli abitanti. Ma i comuni piazzano il limite a 50 (e gli autovelox) anche su strade deserte”.
Tornando alla delibera crispianese, un altro 10 percento servirà al “miglioramento della circolazione stradale e per l’acquisto della segnaletica stradale”. Infine, 2 percento sarà la cifra riservata “a spese di depositeria e alienazione dei veicoli”. Un miserando 2 percento spetterà in maniera generica “per la mobilità ciclistica”. Certo, altri fondi possono sempre essere presi da altri capitoli di spesa del bilancio comunale. E le stesse voci del bilancio possono modificarsi durante l’anno a volontà. In fin dei conti Crispiano è o non è un paese a saliscendi?
Fonte: Cataldo Zappulla