CRISPIANO – La trattativa tra amministrazione comunale e sindacati rappresentativi (Fed. Cobas e Confil) dei quaranta lavoratori ex socialmente utili di Crispiano è fallita.
Il tavolo delle trattative, convocato dalla giunta Laddomada, avrebbe dovuto sbrogliare l’intricata questione della raccolta dei rifiuti urbani che si trascina dalla fine del vecchio appalto scaduto il 31 dicembre del 2004. Ma la trattativa si è interrotta bruscamente durante l’incontro tra le parti tenuto mercoledì passato. Erano molte le questioni da sciogliere: prima tra tutte il passaggio di ventisette operai, ancora a contratto (a termine) per una nota ditta che gestisce da alcuni mesi l’igiene urbana e la raccolta differenziata a Crispiano, alla società mista creata apposta per questo scopo chiamata ‘Crispiano servizi locali’ (Csl). Con quest’ultima, nata lo scorso autunno e guidata da Giovanni Sonnante – che si è guadagnato sul campo in poco tempo il rispetto di buona parte dei lavoratori – sono già all’opera dallo scorso inverno quindici maestranze ex L.s.u. impegnate in lavori di manutenzione degli immobili e delle strade interne di competenza del Comune di Crispiano.
Il passaggio dei restanti ventisette operai a Csl non avverrà almeno per ora, nonostante sia arrivata da qualche giorno, sul tavolo del presidente Sonnante, la certificazione che serviva per abilitare questa società alla raccolta dei rifiuti. Al contrario, è stato rinnovato ieri mattina per altri tre mesi l’appalto all’altra ditta che già gestisce in paese, con un secondo appalto, anche la raccolta differenziata. Lo scontro tra sindacati e sindaco Laddomada si è avuto sull’impossibilità di incrementare il monte ore lavorativo per tutti e quaranta i lavoratori, portandolo da ottantanove a cento ore mensili. L’Amministrazione aveva proposto novantatré ore, ma i sindacati hanno fatto presente che negli ultimi due anni sono stati collocati a riposo sette lavoratori, compresi i due operai che andranno in pensione entro il prossimo luglio. Giancarlo Petruzzi (della Federazione Cobas) ha chiesto che le ore risparmiate con questi sette operai vengano spalmate sui restanti quaranta operai che resteranno in servizio, “attuando così l’accordo di due anni e mezzo fa”. Petruzzi ha inoltre chiesto una data certa per l’adeguamento dell’ex Macello comunale di via Taranto, sede di Crispiano servizi locali, ai dettami previsti dalla famosa ‘626’ in tema di adeguamento degli spogliatoi per tutti e quaranta i lavoratori.
Sempre secondo il rappresentante Petruzzi, assorbendo i lavoratori in Crispiano servizi locali il Comune risparmierebbe circa 5mila euro rispetto al costo mensile che di 71mila più Iva versati nelle casse della ditta appaltatrice. Chi ha partecipato agli incontri delle ultime due settimane, tra rappresentanti degli operai e amministrazione Laddomada, racconta di una situazione al limite della crisi di nervi. Più volte pare che il sindaco abbia minacciato le dimissioni pur di non firmare un accordo (le cento ore chieste per tutti e quaranta gli ex l.s.u.) che porterebbe a suo dire alla paralisi della raccolta della spazzatura dal prossimo 1 ottobre. Quel giorno, infatti, sarà scaduto anche il terzo rinnovo consecutivo alla già citata ditta esterna. Entro allora bisognerà reperire nuovi fondi o spostarne degli altri nel bilancio comunale. “L’Amministrazione ha segnato nel bilancio 2007 una cifra prudenziale di 50mila euro rivenienti dall’evasione tributaria”, precisa Petruzzi. Per ottenere questo risultato dovrebbero però partire, nei prossimi mesi, altri avvisi di accertamento, come quelli dell’estate 2006, per recuperare almeno parte delle tasse locali non pagate negli anni 2003-2005.
Conclude Petruzzi: “I quaranta lavoratori a breve diffonderanno un documento per spiegare ai crispianesi le loro ragioni. Si badi, non stiamo facendo politica, né vogliamo essere strumentalizzati da alcuna forza politica locale, ma è bene che si sappia chi non sta mantenendo i patti”.
Fonte: Cataldo Zappulla