CRISPIANO – Ritmi serrati, quasi claustrofobici, pazze corse nella notte, e poi alcool,droga, abiti firmati, ostentazione, ma soprattutto noia, tanta noia. E’ questa la “Taranto bene” descritta da Gianluca Antonacci in “Tutto procede in perfetto disordine”, edito da Palomar. Il giovane scrittore massafrese è stato ospite del caffè letterario “Altrove” di Crispiano. Qui ha narrato a grandi linee il suo libro: la storia di quattro amici che perdono la vita in un incidente stradale attraverso i ricordi di Alex, giovane rampollo di una ricca famiglia, che con questo tuffo nel recente passato fa un bilancio della propria vita. La narrazione procede infatti attraverso un lungo flashback in cui si susseguono vicende che hanno come unico filo conduttore la voglia sfrenata di bruciare le tappe, tipica di chi ha tutto ma non è contento di niente. Ed ecco che attraverso le parole di Alex prendono vita luoghi noti, tutti i locali più “in” dell’arco jonico, dove si muovono personaggi che sono patetiche fotocopie l’uno dell’altro. Gli abiti firmarti, percepiti da loro come una sorta di marchio distintivo rispetto alla massa, li rendono infatti come degli automi, tutti inconsapevolmente ed inesorabilmente uguali. Uguale è, d’altra parte, la vita di questi giovani, per i quali il massimo del divertimento è vagare nella movida notturna imbottiti di alcool e droghe. Un livellamento ed una pochezza di vita che lo stesso autore definisce con un gioco di parole “vuoto pneumatico”. Ed è appunto lo stile un altro dei punti di forza di questo romanzo: crudo, come ad esempio nella descrizione dei cani martoriati, mai ripetitivo, quasi a contrastare il livellamento dei personaggi descritti, tagliente, cinico e sempre incalzante. Uno stile che tiene il lettore col fiato sospeso, facendogli percepire che da un momento all’altro sicuramente avverrà qualcosa che romperà questo precario equilibrio. Un turbamento nel “perfetto disordine” che però sembra scivolare addosso ad Alex, le cui ultime parole di fronte al futuro saranno semplicemente: “ Al solito, come sempre”.
Fonte: Paola Guarnieri