CRISPIANO – Santa Maria Goretti compie sedici anni. Succede a Crispiano, nell’omonimo quartiere popolare. L’occasione sarà data ancora una volta dalla ricorrenza dell’uccisione della dodicenne santa laziale, che avvenne a Nettuno il 6 luglio del 1902. La prima volta che Crispiano festeggiò la santa martire della verginità era il 1991. Non c’era ancora l’attuale costruzione che ospita la parrocchia, non esisteva ancora una comunità parrocchiale, né campi di calcetto. Si era appena insediato un giovane prete grottagliese, don Ignazio Blasi, di formazione gesuita.
Quella prima, memorabile festa di quartiere – all’epoca tutta quella zona di nuova espansione edilizia, che non aveva più di dieci anni di vita, veniva semplicisticamente definita Quartiere popolare ‘167’ – si svolse in una traversa chiusa da alcune palazzine di colore verde in viale Gramsci. Per altare fu portato un ceppo di albero. Alcuni volontari montarono da un balcone all’altro bandierine di carta autoprodotte, che si strapparono prima che finisse la serata. C’era il fermento delle cose nuove, inesplorate.
Da allora molta strada è stata compiuta. Bello o brutto che sia, un edificio per ospitare centinaia di fedeli è in piedi dal 1993. Negli stessi anni andava formandosi una comunità di fedeli. Il punto d’incontro divenne dapprima un grande locale seminterrato in via monsignor Caforio. Fu concesso in comodato gratuito dal Tribunale fallimentare e così in quello che era stato un calzaturificio, nacque una comunità cattolica. Poi, quando in pochi mesi fu tirato su quello che affettuosamente molti considerano un hangar, il luogo di raccolta divenne viale della Resistenza. L’attuale sede parrocchiale.
Tre parroci dopo, la storia della parrocchia Santa Maria Goretti è ad una ennesima svolta. Don Emidio Dellisanti annuncerà in occasione della festa l’apertura della gara d’appalto per costruire il primo Oratorio di Crispiano. Diventerà un punto nevralgico di incontro per tutti i giovani del paese. Campi di calcetto, campi da tennis, spogliatoi ed aule parrocchiali, nasceranno in quello che fino ad ora è stato un piazzale polveroso all’incrocio tra viale Gramsci e viale Resistenza.
Intorno a questo piccolo grande avvenimento per un quartiere di circa tremila anime, ruoterà la festa di santa Marietta, così lontana dai costumi attuali, tanto da preferire le coltellate alle avances – molto spinte – del suo assalitore. Maria Goretti Finì nel sangue. Il perdono in punto di morte del suo assalitore, contribuì a fare di Maria Goretti una santa venerata ancora oggi in molte parti d’Italia. Il suo assassino, Alessandro Serenelli, invece, dopo ventisette anni di carcere, pur restando laico si ritirò a lavorare in un monastero cappuccino ad Ascoli piceno. Morì l’altroieri. Era il 1970.
Fonte: Cataldo Zappulla