Dalla dotta relazione del prof. Burges, riprendiamo alcune preziose notizie storiche e archeologiche riguardanti le prime pendici delle Murge, tra mare e altopiano ed in particolare, la Masseria ottocentesca de L’Amastuola, che ricade nel territorio de Le Cento Masserie, situata su una collina che nasconde le tracce dì un nucleo di coloni greci che si data al 7 secolo a. C. Per questo motivo il sito ha suscitato un dibattito vivace nel mondo accademico, tanto da svolgere un ruolo chiave negli studi scientifici sulla colonizzazione greca in Italia. In questa prima parte presentiamo il sito e le problematiche storiche legate. Nella seconda parte si parlerà delle ricerche che il prof. Jan Paul Crielaard insieme allo stesso Burges, hanno effettuato a L – Amastuola.
Le prime indagini a L’Amastuola, sono state effettaute dalla dott.sa Graziella Maruggi, ispettrice della Soprintendenza archeologica della Puglia, nel 1988 e 1992. La Maruggi ha scavato una serie di tombe presenti nel sito e ne ha individuate altre centinaia depredate da scavi clandestini. Dai dati disponibili, la necropoli è stata datata nel periodo compreso tra il 675 e la fine del V secolo a. C., con una massima frequentazione negli anni 675-575. Di fondamentale importanza è che le tombe scavate a L’Amastuola sono di tipo Greco. Le persone qua seppellite sono state identificate infatti con le prime generazioni di coloni greci in Italia.
800 metri a nord di questa necropoli, la Maruggi ha individuato l – abitato a cui l’antica città apparteneva. La Maruggi stessa successivamente ha condotto alcuni saggi di scavo mettendo in luce strutture quadrate che trovano un confronto diretto nel mondo greco del VII secolo.
L’ispettrice l’ha stabilito che l – inizio di quest – abitato, si data anche prima: alla fine del VIII secolo a. C.. Infatti, secondo lei l’abitato ha un origine pre-greco, indigeno, il che viene anche suggerito dallo scavo di parte di una capanna indigena del fine VIII secolo. Sembra quindi che a L – Amastuola si è di fronte ad una comunità indigena locale, a cui si sono aggiunti dei coloni greci appena 50 anni dopo. Lo studio dei professori olandesi, è quello di indagare quale era il rapporto tra indigeni e greci.
In base ai dati disponibili, l – opinione comune è che la colonizzazione fu operata in modo invadente e violenta. Da questa ottica il caso di L’Amastuola rientra in un modello che si verificava un po – ovunque nella Magna Grecia; i greci cacciando via le popolazioni locali italiche e fondando degli abitati ex novo, conquistavano un territorio vasto in pochi decenni¬. A sostenere questa teoria nel caso del tarantino, sono testi antichi come quello riportato dal geografo Stradone il quale racconta dell’oracolo di Delphi che avrebbe consigliato di fondare la colonia di Taras e di diventare il flagello per gli indigeni, iapigi. Ora, la fondazione di Taras viene generalmente datata alla fine del VIII sec. La conquista del sito de L’Amastuola e del territorio circostanze, appena una generazione dopo, sembra rispecchiare l – oracolo in quanto rientra in questo schema di espansione coloniale violenta.
Vi sono altre teorie riguardanti la convivenza in cui si ipotizza la predominanza della comunità indigena rispetto a quella greca e viceversa.
Comunque sia, non c’é dubbio che stiamo di fronte ad un territorio conteso.
Fonte: Michele Annese