Alla “ Sagra du diaulicchie ascquant” il Viagra dei poveri

CRISPIANO – C’è chi lo ama per il suo gusto inimitabile, chi per le sue proprietà antibatteriche ed antiossidanti, qualcun altro perché è soprannominato il Viagra dei poveri. Le ragioni per cui il peperoncino piccante oramai occupa un posto di rilievo sulle nostre tavole sono tantissime e qualcuno gli ha addirittura dedicato accademie o poesie.
Tra i più accesi sostenitori di questa eccezionale spezia, anche l’associazione “Amici da sempre” di Crispiano, organizzatrice della “Sagra du diaulicchie ascquant”, che si terrà stasera e domani nella frazione di San Simone. Un appuntamento giunto all’ottava edizione ed oramai atteso con ansia da tutti gli estimatori del “Capsicum annuum .” Impossibile resistere al richiamo delle tante pietanze che occhieggeranno appetitose dagli stand disseminati fra il corso e piazza Martellotta. Sarà così inevitabile assaggiare la zuppa di fagioli e le pennette alla crispianese preparate dall’insuperabile chef Simone Rodio o le polpette, le frittelle, la trippa, le bruschette e il goulash nati dalla mani sapienti delle signore dell’associazione. Per concludere in bellezza, poi, i dolci, ovviamente e rigorosamente al peperoncino. E per esaltare ancora di più il gusto del diaulicchie, dell’ottimo vino locale, distribuito nell’apposito stand.
Come in ogni sagra che si rispetti, vi sarà anche lo spazio dedicato alla musica e al divertimento. Con il “piccante” oramai in circolo si potrà decidere se ballare un liscio, se lanciarsi in una sfrenata taranta al ritmo di chitarre e tamburelli o se imitare la conturbante danzatrice del ventre che si esibirà sul palchetto centrale per la gioia degli occhi degli uomini.
Insomma, un appuntamento completo con la tradizione (secondo lo spirito che accomuna oramai da tantissimi anni gli “Amici da sempre”, guidati da Alfredo De Lucreziis), se si considera che il peperoncino è utilizzato come spezia da tempi antichissimi. Reperti archeologici hanno infatti rivelato che nel 5500 era presente in Messico e in Cile, anche se giunse in Europa solo con il secondo viaggio di Cristoforo Colombo, nel 1493. Introdotto dunque nel vecchio continente dagli Spagnoli, ebbe uno straordinario successo e ben presto si diffuse ovunque. L’8 marzo del 1931 fu presente anche nel pranzo offerto a Torino dal poeta futurista Martinetti. Servito con una fettina di prosciutto, un carciofino, un pezzetto di grissino e un biglietto arrotolato dentro un’arancia svuotata recante una massima futurista, questo peperoncino “ d’avanguardia” costituì una delle quattordici portate di un pranzo con cui si intendeva aprire nuovi orizzonti nella cucina italiana. Oggi costituisce la base di numerosi piatti regionali del sud Italia ed occupa un posto di rilievo anche nella cucina crispianese. Stasera e domani, dunque, appuntamento a san Simone dalle 20, 30, per riscoprire i sapori del tempo che fu. E perché no, sentirsi magari anche un po’ futuristi.

Fonte: Paola Guarnieri