Quindici milioni e mezzo di italiani è in possesso della sola licenza elementare. E’ ciò che ci dicono, con freddo linguaggio, le statistiche pubblicate recentemente.
Un dato non confortante che ci dice quanto sia importante incrementare le biblioteche pubbliche e la loro funzionalità. Ma, ahimé! Parlare di biblioteche, significa, molto spesso, parlare di strutture inesistenti, inadeguate, inefficienti, non rispondenti alle esigenze reali della comunità civile. Spesso sono solo depositi polverosi di carte, lasciate marcire in locali umidi, non frequentabili.
Si vorrebbe “la biblioteca in ogni Comune”(era lo slogan del Ministero per le Biblioteche lanciato negli anni sessanta ad un convegno a Bologna), ma in realtà, con l’avvento delle Regioni, tutto è stato lasciato all’”autonomia comunale” che di tutto si preoccupa, tranne delle biblioteche.
Si dice che vi sono priorità più urgenti, per cui notoriamente la cultura continua ad essere la cenerentola dei bilanci comunali, vittima anche di burocrati dell’ultima ora. Ora, a complicare le cose ci ha pensato anche il Governo, con provvedimenti che penalizzano il volontariato. L’eliminazione del precariato deve riguardare aziende pubbliche o private, remunerative, non le strutture culturali, sociali o associative dove spesso operano volontari che percepiscono compensi figurativi a titolo di rimborso spese.
Gli enti ora temono di trovarsi di fronte a vertenze inique, economicamente non sostenibili e allora più che incrementare i servizi culturali si preferisce ridurli o chiuderli completamente.
Crispiano, al momento è in controtendenza, grazie alla “Resistenza” per fortuna non ideologica degli operatori e dei numerosi volontari che assicurano, ignorando difficoltà e umiliazioni, ormai da decenni il funzionamento della biblioteca, come centro di informazione e di promozione della cultura. Com’è noto, la Biblioteca di Crispiano, oltre ai sevizi tradizionali, gestisce un Centro Studi Montaliano, l’emeroteca dotata di una raccolta di circa 150 testate di giornali e riviste pubblicati negli ultimi 50 anni, l’Archivio Storico Comunale, riordinato e inventariato, il servizio Informagiovani, la redazione del Notiziario, l’ufficio stampa e pubbliche relazioni che cura il sito internet, l’informazione e due led di servizio, la sezione ragazzi, la sala pubblica, il Centro di Accoglienza Turistica, il servizio guide per le visite del territorio, i corsi di arricchimento culturale (pianoforte, chitarra, fisarmonica, lingue, informatica, ricamo, ecc.) e di preparazione agli esami scolastici (Istituti tecnici e liceali), quattordici postazioni internet con zone wireless e un’aula multimediale, facente parte della rete a cui hanno aderito 25 Comuni della Provincia.
Recentemente è stata aperta una sezione ragazzi decentrata nel quartiere “Crispianello” con grande soddisfazione e partecipazione delle famiglie interessate e della scuola primaria del Comprensorio “F. Severi” che collabora attivamente. Un traguardo raggiunto in tanti anni di lavoro e di impegno delle Amministrazioni succedutesi, compresa l’amministrazione Laddomada in carica, che ora però viene penalizzato dalla precarietà delle strutture, dalla popolustica legge nazionale sul precariato, dalla Regione che da oltre quindici anni non ha più una legge e non parla più di biblioteche e dal Comune, alle prese con un piano di sopravvivenza economica che pone “giustamente” all’ultimo posto il problema della biblioteca.
E allora non ci resta che sognare! Sognare che cosa?: che la biblioteca di Crispiano abbia una sede idonea, conforme alle leggi complicate in vigore; che abbia un finanziamento sufficiente per assicurare decentemente i servizi che richiedono i cittadini; che abbia un fondo a disposizione per l’aggiornamento del patrimonio librario, almeno annuale e non ventennale come avviene attualmente; che sia messa in condizione di svolgere, autonomamente senza “fisime burocratiche” dei supremi organi di controllo comunali, il suo lavoro in modo efficiente ed efficace; che i cittadini crispianesi che fanno parte di quei quindici milioni e mezzo di italiani in possesso di sola licenza elementare, possano avere gli strumenti idonei per accrescere la loro informazione, migliorare il loro grado di cultura ed elevare il livello di vita; che vi sia un sistema regionale di biblioteche che mette insieme le risorse economiche e patrimoniali, garantendo economie di spesa, fruizione comune del ricco patrimonio librario e documentaristico delle biblioteche pubbliche e di interesse pubblico, presenti nella nostra regione; che si possa “staccare la spina”, se si tratta di una malattia cronica, irreversibile.
Alcune realtà europee ed italiane fanno riferimento ad una “normale” biblioteca americana.
In proposito riporto ciò che dice “Il Sole – 24 Ore” in un articolo dell’editore Giuseppe Laterza, non perché mi illuda che un giorno possa diventare realtà, ma per capire io stesso, cosa e come dovrebbe essere una biblioteca.
Il confronto è poco lusinghiero: accessibilità, ampiezza del catalogo, orari… tutto gioca a nostro sfavore. Senza andare oltre Oceano per trovar un modello di biblioteca moderna, migliori sistemi bibliotecari si trovano più vicino a casa nostra: in Svezia, Norvegia, Danimarca. Anche in Italia esistono biblioteche di eccellenza a cui ispirarsi; molto sono comunali e si trovano in città medie e piccole. A Pesaro, per esempio, esiste una biblioteca senza porte, in cui si passa da un ambiente all’altro con piacere, muovendosi tra salotti di poltroncine e scaffali girevoli, tappeti colori pieni di giochi per i più piccoli e computer per i ragazzi.
In un angolo c’è una proposta tematica di lettura, in un altro un caffé. Si può parlare a voce normale, incontrarsi e scambiare opinioni sul libro appena letto, discutere con un gruppo di persone nello spazio apposito o darsi semplicemente appuntamento per poi andare a mangiare una pizza.
La biblioteca S. Giovanni è una casa del lettore, una biblioteca sociale aperta alla città. E’ nata dall’esperienza di Antonella Agnoli con i suoi molti viaggi all’estero, e dalla lungimiranza di un bravo sindaco che ha capito che investire in cultura, produce anche sviluppo.
E in effetti, sono questi gli ingredienti che fanno una buona biblioteca: la qualità del bibliotecario, l’intelligenza dell’amministratore, l’idoneità del luogo; altri esempi si trovano in Italia dai quali bisognerebbe partire per migliorare un sistema complessivamente carente.
C’è scarsezza di mezzi, particolarmente per la cultura, ma la verità è che l’insieme della nostra classe dirigente, non ha capito ancora che la lettura è un elemento cruciale nello sviluppo economico e sociale di un paese (non è un caso se i Paesi più moderni e innovativi sono quelli in cui si leggono più libri).
Il merito dell’esperienza dei presidi del libro – conclude l’articolo di Giuseppe Laterza – è quello proprio di uscire dai soliti schemi e di mettere a lavorare insieme persone con diverse competenze, fuori da ogni logica di categoria.
La Biblioteca di Crispiano tra le 18 “eccellenze” della regione Puglia
La Biblioteca di Crispiano è stata inserita tra le 18 istituzioni culturali di eccellenza della regione Puglia.
E’ stato comunicato ufficialmente al convegno “Mediateca 2000”, svolto a Bari, presso la Biblioteca Nazionale nei giorni 11 e 12 scorsi.
Tra gli interventi, quello del direttore Michele Annese, che ha tenuto una relazione sull’esperienza culturale a Crispiano, messa a confronto con le altre regionali e nazionali.
Presenti anche gli assessori regionali Silvia Godelli (Attività Culturali) e Domenico Lomelo (Beni Culturali), il dirigente del Settore Francesco Virgilio e la Responsabile Maria Anselmi.
Come è noto, con delibera CIPE/98 il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e l’Assessorato Regionale al Turismo ed ai Beni Culturali, ha dato vita al piano d’azione Mediateca 2000 finalizzato all’attuazione ed allo sviluppo dei servizi e dei prodotti multimediali nelle biblioteche pubbliche.
Nel 1995 venne avviata una serie di iniziative per l’istituenda Mediateca.
Ultimamente è stata allestita con il progetto CON.TE.ST (Concertazione Telematica per il Sistema Taranto) l’aula multimediale con n. 15 postazioni, destinata ai corsi di ECDL di lingue straniere e di matematica, ove è possibile anche il collegamento internet.
Per migliorare e potenziare il funzionamento della Mediateca, è in corso il progetto “Bibliorete” che fa capo alla Biblioteca Comunale di Taranto, con il quale si avrà il collegamento al sistema nazionale SBN dell’intero patrimonio librario e mediatecario.
Considerate le difficoltà economiche ritengo sia necessario un coordinamento da parte della Regione e un impegno comune per costituire archivi centralizzati per i documenti di interesse generale, riservando alle strutture locali l’onere per la conservazione e la consultazione di materiale inerente il proprio territorio (tradizioni, folclore, cultura, gastronomia, beni ambientali, etc).
Nei due giorni del convegno barese è stato proiettato in sequenza, un video riguardante il territorio e le attività di promozione turistica e culturale di Crispiano ed esposto un pannello con la motivazione della “eccellenza” che riportiamo qui di seguito: “la Mediateca della Biblioteca civica di Crispiano viene istituita nel maggio del 1999, si può definire una tra le primissime realtà nate dal Piano D’Azione Mediateca 2000 in Puglia. All’interno della Biblioteca è dedicata alta Mediateca una saletta con 6 postazioni multimediali, ma non molto lontano da essa si trova un altro locale dotato di 12 Personal Computer con attrezzature finalizzate alle numerose attività formative che vengono programmate durante l’anno. Molta attenzione, infatti, viene data ai corsi di formazione, non solo di informatica, ma anche di recitazione, di ricamo tradizionale e così via. Una fusione tra l’antico e il nuovo, tra la tradizione e l’innovazione possibile grazie alto spirito di iniziativa e di inventiva che caratterizza il personale della Biblioteca civica di Crispiano che con poche risorse, ma con immensa buona volontà e ingegno ha offerto alla cittadinanza molteplici occasioni di crescita culturale e civile”.
Fonte: Michele Annese