“Antonio Rinaldi, 53 anni, specializzato in oncologia, è responsabile della Unità operativa di Oncologia della S.C. di Medicina Ausl–TA – Polo Occidentale Castellaneta-Massafra-Mottola, dove opera con l’aiuto di un dirigente di primo livello, un caposala di ruolo, sei infermieri professionali e tre ausiliari. Non effettua visite private, riceve in ospedale tutti i giorni; l’attesa non supera i 10 giorni; ha istituto un filo diretto di comunicazioni per urgenze e comunicazioni relative ad esami (tel. 099.8496627 349.2323265)”. Questo è ciò che si evince dalla scheda pubblicata su Panorama del 1998 nella “Guida agli oltre 100 grandi specialisti nella cura dei tumori”.
Il dott. Rinaldi ha ricevuto nel 2005 il Premio Lucerna e nel 2006 il Premio “Sanitario amico” della parrocchia Santi Medici Cosima e Damiano di Taranto; un premio assegnato su segnalazione dei cittadini, perciò un riconoscimento del lavoro di un medico che viene non da esperti ma dalla gente.
Una grande professionalità, una grande disponibilità di questo stimato professionista che risiede a Crispiano sin da bambino; ha partecipato a numerosi corsi di perfezionamento in Italia e all’estero; tante le sue pubblicazioni di approfondimento e di studi riguardanti gli sviluppi nella cura dei tumori e la partecipazione quale relatore a vari congressi.
Intensa la sua attività presso la struttura ospedaliera, in cui funzionano ambulatori specialistici, il day hospital e consulenze nei vari reparti.
In un anno si registrano 12.000 prestazioni in regime ambulatoriale e in day hospital sono seguiti 1.500 pazienti per tutte le necessità di diagnosi, follow-up; ai pazienti viene garantito l’accesso in urgenza senza prenotazione alcuna ed una reperibilità telefonica personale del medico per eventuali complicanze.
E’ stato, altresì organizzato un percorso preferenziale per le indagini di follow-up e di urgenza e una rete collaborativa specialistica di alto livello (chirurghi, endoscopisti, radiologi interventisti, medici nucleari, radioterapisti, ecc.) si da garantire un approccio multidisciplinare per ogni necessità, offrendo una completa presa in carico del paziente.
La struttura di Castellaneta, si è dotata anche di una cartella clinica informatizzata, che archiviando dati e immagini, permette una più rapida consultazione, approccio diagnostico-terapeutico e partecipazione a trial di sperimentazione clinica.
“Purtroppo – ci dice il dott. Rinaldi – la pressante e crescente richiesta e necessità di prestazioni oncologiche ha comportato un grave e non sostenibile allungamento dei tempi di attesa, così come si stanno rendendo gravemente insufficienti i locali soprattutto di terapia e ambulatori. In relazione alle attività svolte e al servizio garantito per le dodici ore dal lunedì al venerdì, per le sei ore il sabato – osserva Rinaldi – è insufficiente il personale medico e paramedico. Manca il personale amministrativo esperto in informatica e personale di supporto psicologico. Restano quindi importanti per il benessere dei pazienti i lavori di ampliamento e riorganizzazione del servizio anche per garantire i servizi associati di terapia palliativa, urologia oncologica e psicologia”.
Del dott. Rinaldi si mette in evidenza la delicatezza quotidiana a fronte di una malattia che, nell’ambito del bacino di utenza di Castellaneta, presenta 350 nuovi casi all’anno, che si sommano ai 1.500 che in media, sempre annualmente, sono sottoposti a controlli periodici. In pratica, la patologia neoplastica colpisce un individuo su tre.
“Quelli del polmone, della mammella, della prostata e del colon – dice Rinaldi – si stanno rivelando negli ultimi anni i casi più fre¬quenti. L’incremento delle malattie ¬tumorali è dovuto, a livello generale, all’innalzamento dell’età media delle persone, che rende particolarmente a rischio i più anziani, e all’aumento di ogni tipo di inquinamento (chimico, elettro¬magnetico e radioattivo). Preoccupante è la presenza di cancerogeni negli alimenti”.
In linea di massima, riusciamo ad ottenere una guarigione in una percentuale del 50-60%. Anche se qui al sud potremmo ottenere risultati migliori con maggiori mezzi per la diagnosi. Inoltre c’è carenza di strutture per la cura dei tumori”.
“Di tutti questi anni trascorsi in onconologia – commenta il nostro concittadino – resta impressa la grande dignità con cui i pazienti affrontano anche le situazioni più difficili. Ed è proprio tale atteggiamento che da all’equipe la forza di profondere maggiore impegno giornaliero”.
“Oggi – sostiene a conclusione l’illustre specialista – la sfida maggiore diventa l’aggiornamento e la tecnologia mai disgiunti dall’impegno di garantire un costante miglioramento degli ambienti di cura e miglioramento della multidisciplinarità degli approcci diagnostico-terapeutici. L’umanizzazione delle cure non può vedere però isolati operatori e pazienti, ma deve essere sostenuto e preteso dalla programmazione sanitaria la sorveglianza che questo sia garantito dalla attenzione degli organismi dei pazienti e dall’occhio attento dei «media»”.
Fonte: Michele Annese