Crispiano vince (in parte) la sua scommessa tv

CRISPIANO – Rocambolesca vittoria del paese delle cento masserie alla prima puntata della trasmissione ‘Scommettiamo che…’, andata in onda due sere fa su Rai 2.
Il direttore della banda musicale di Crispiano, il maestro Francesco Bolognino doveva ammaliare con la sua tromba un gruppo di mucche, tanto da spingerle a muoversi dal luogo del pascolo (alle 10,30 di sera!). Più in dettaglio: le mucche avrebbero dovuto spostarsi grazie alla musica, fino ad attraversare una striscia dipinta per terra in prossimità del trombettista. Questa la versione sul sito ufficiale della trasmissione (www.scommettiamoche.rai.it): “Da una fattoria della Puglia, un pastore scommette di riuscire a riportare nell´´ovile una mandria di mucche suonando serenate con la tromba”. Per la serie: non credere ai media.
A questo gioco-spettacolo, sequel riscaldato di un vecchio programma del regista Michele Guardì, si partecipa sulla base di scommesse proposte . L’articolo 3 del Regolamento del gioco abbinato al programma recita così: “Le scommesse consisteranno in prove di varia natura (abilità, forza, conoscenza o altro) che i concorrenti (singoli, gruppi o squadre) cercheranno di superare nel rispetto dei parametri fissati dagli autori del programma”.
Inizia la diretta, la serata è piuttosto fresca, il conduttore venuto quaggiù in missione è una voce nota dello sport in tv: Gianfranco Mazzoni, esperto di Formula 1. Parla di Crispiano definendola “incontaminata” (hanno spostato l’Ilva nel frattempo?), spiega al grande pubblico a casa il concetto di ‘masseria’, definendola una “casa colonica”. Era tutt’altro: non un luogo di residenza, bensì un’azienda di produzione, esempio non del lavoro intensivo di molti contadini in tanti piccoli poderi di terra di proprietà (i coloni di cui sopra), ma la colonna portante di un economia estensiva latifondista: ossia tutta la ricchezza in mano a pochi.
Ciò nonostante, Bolognino imbrocca la tromba e suona per tre minuti filati il tema del serial tv ‘La casa nella prateria’. Le mucche reagiscono positivamente, gli vanno incontro, ma gli fanno maramao fermandosi un passo prima della linea bianca di arrivo. Una sola bestia la attraversa.
Scommessa persa. Battaglia vinta. A fine puntata, nonostante il tifo avverso dei conduttori, Alessandro Cecchi Paone (imbattibile in battutacce su “tette e scopate”, rivolte alla showgirl Matilde Brandi), l’immancabile voto popolare premia con il 37_ di preferenze, tra le sei scommesse della serata, proprio quella crispianese. I concittadini di Francesco Bolognino mobilitati al telefono fanno il miracolo. Vittoria piena con dieci punti di scarto sui secondi, roba che manco a Berlusconi riesce. Il maestro crispianese ricompare in video con un cappello di lana calcato sulle orecchie (c’è pure vento a Valentuddo). Il suo volto, rubicondo tanto quanto il suo giubbotto rosso, è quello della felicità. Una bella soddisfazione per tutta Crispiano, l’ennesima gran coppa da stipare nella sede della Pro loco, un bell’assegno di 5.000 euro in dote (al lordo dell’Irpef al 20_, il netto sarà pari a 4.166 euro). Per la cronaca, ogni telefonata o sms di voto è costato 0,75 centesimi per massimo tre voti ammissibili dalla stessa utenza telefonica.
Battaglia vinta, guerra persa. Gli infaticabili volontari della Pro loco, guidati da sempre da Egidio Ippolito, l’avevano studiata bene la ‘botta’ pubblicitaria per la prossima edizione del Carnevale del Fegatino (che si terrà dal 20 al 27 luglio prossimo). Proprio mentre il maestro di musica della banda crispianese faceva la sua parte, provando a raccontare al microfono dell’inviato Mazzoni cos’è il Carnevale estivo, l’appuntamento turistico più importante dell’anno per Crispiano, la sua voce è stata soverchiata da altre da studio. Fine del collegamento.
Scommettiamo che questa trasmissione (causa meritato calo degli ascolti) chiuderà i battenti prima delle previste quattro puntate?

N.B. La via principale di Crispiano, corso Vittorio Emanuele, si rifà il maquillage: nuove strisce blu su un lungo tratto. Si torna ai parcheggi a spina di pesce. Da ora sarà più difficile parcheggiare la mucca (pardon, l’auto) in doppia fila.

Fonte: Cataldo Zappulla