Ci sono lavoratori che non hanno mai preso un microfono in mano. Più in generale, non hanno mai preso la parola per dire la loro in un contesto pubblico, per raccontarsi, per dire come si sentono a fare quel dato mestiere, ripetere quei gesti lavorativi, magari per trent’anni di fila. Quasi sempre, non hanno mai parlato, non hanno mai potuto sputare il rospo per una ragione più semplice della loro timidezza o della inesperienza: nessuno glielo ha mai chiesto.
Con questa iniziativa la sezione ‘internazionale’ Pasolini di Crispiano intende rilanciare con un metodo di lavoro movimentista locale partendo dall’ascolto di chi lavora: con umiltà, con serenità. Tanto non si vota per almeno un anno. ‘Sputiamo il rospo’ si terrà in uno scenario semplice e bello, piazzetta Martellotta nella frazione di San Simone di Crispiano, un luogo raccolto, piccolo, bellissimo: l’aia di una vecchia masseria. ‘Sputiamo il rospo’ è l’inizio di un percorso di ascolto, di inchiesta e di visione delle realtà lavorative ioniche. Durante estate seguiranno altre serate: prossima tappa ‘Arte e lavoro’.
Primi invitati a parlare sono: Cosimo Semeraro (associazione XII Giugno); Giuseppe Massafra (Filtea-Cgil, Martina franca), Giancarlo Petruzzi (confederazione Fed. Cobas), l’operatore culturale precario Mario Pennuzzi, Mimmo Manigrasso (Rsu Alenia), un rappresentante Arsenale. Modera l’incontro il giornalista Cataldo Zappulla.
C’è M. che quasi si vergogna di dire, incontrato al bar, che “non è tutto ora quello che luccica ad alenia”, la nuova mecca occupazionale dei giovani tarantini: ma come, rispondiamo, è stata inaugurata un anno fa in pompa magna da Vendola, dall’allora ministro Bianchi e compagnia cantante?
C’è il signor C., un altro crispianese, che non sorride quasi mai, schiacciato forse dal peso delle sofferenze antiche e presenti. È pensionato Ilva, ma la Fabbrica gli continua a bruciare dentro e per questo ha fondato con altri genitori un’associazione importante per Taranto e provincia. Lo intravediamo di sera tardissimo su Canale 5, qualche mese fa. Era ospite del Maurizio Costanzo show per parlare della condizione lavorativa all’ilva. Ripetè con assertività all’Italia intera che nel colosso siderurgico si muore.
C’è R. che forse vincerà una vertenza sindacale. Di fatto l’estate scorsa ha perso il lavoro in una piccola confezione martinese, una di quell’arcipelago chiamato un tempo façon (settore tessile). Quando le proponiamo di raccontare in pubblico la sua ‘bellissima’ storia, di come ci si può scoprire auto-sindacalisti per incazzatura, per ribellione verso un’ingiustizia ci dice che no, non se la sente di parlare: “Io ad un microfono davanti ad altre persone?”. Eppure all’iniziativa che faremo domenica 8 sul lavoro, anzi, sui Lavoratori, sulle loro narrazioni del vero non avremo né palco, né microfono. Saremo quattro gatti a San Simone per giunta e lo sappiamo già: prima viene il mare, la finale del Taranto per la serie ‘B’ (che sta a cuore anche a noi), qualsiasi altra cosa.
Noi ce la immaginiamo così la nostra piccola manifestazione, che si chiamerà sfacciatamente “Sputate il rospo”: un po’ di sedie a semicerchio prese in prestito, qualcuna al centro. Un moderatore che dà la parola agli ospiti invitati a parlare per primi e poi quello che succede, succede.
Vogliamo ascoltare, capire: si fa peccato a odiare il proprio lavoro, mentre altri concittadini un lavoro manco ce l’hanno? Come ci si sente intabarrati in stupide divise aziendali o si è costretti a sorridere a denti stretti ai clienti dal vero o al telefono? È tutto ‘oro’ alla doc, a teleperformance, c’è almeno un po’ d’argento per i precari del Comune e delle biblioteche?
‘Sputate il rospo’ è un’iniziativa di partito, Rifondazione comunista, ma lasceremo campo neutrale, promesso: niente bandieroni o cappelli finali nella discussione che potrebbero far sentire strumentalizzato chi deciderà di parlare. Sputate il rospo vuole essere un inizio, vedremo di cosa. Vi va allora di venire a sentire e, Dio lo voglia, di parlare?
Fonte: comunicato stampa Partito della Rifondazione Comun