Incontro nella Sala Pubblica di via degli Aranci per presentare la Carta Etica degli Enti Pubblici Territoriali.
Ad introdurre l’incontro con i promotori, l’operatrice culturale della Biblioteca Civica “C. Natale” Anna Sorn che, dopo il saluto ai relatori e ai presenti, ha detto: “Crispiano non è che uno dei Comuni della provincia jonica, che, dopo Taranto, ha creduto opportuno prestare attenzione a ciò che il programma della Carta Etica propone. Ha considerato che le buone pratiche sottese siano di interesse generale e indirizzate a migliorare i servizi, senza discriminazioni e particolarismi e che i cittadini possano diventare concretamente protagonisti della storia del proprio paese. Naturalmente solo una rappresentanza dei cittadini all’interno di un futuribile Comitato Etico, tutti invece nella fruizione dei benefici. Cittadini non censori ad oltranza, ma responsabili ed obiettivi interpreti del ben fatto del meno bene, sempre al di sopra delle parti o di ogni particolare interesse, con l’unico fine, “etico” appunto, di collaborare per la crescita della comunità e per la valorizzazione di ogni risorsa presente nel territorio. In nome della partecipazione libera, avulsa da ogni fine di lucro e assolutamente mirata alla trasparenza. Cittadini che, in un certo senso, si identifichino quale terzo occhio delle autorità costituite, in armonia con quelle eppure da quelle ben distinti. Un punto di riferimento, che più velocemente attui gli approcci e snellisca le procedure, capace di realizzare ciò che la Carta Etica propone e che il gruppo di lavoro sulla Responsabilità Sociale del Centro di Cultura “Lazzati” dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Taranto, sin dal Febbraio 2006, ha inserito nel suo quadro di attività. Questo primo incontro ha principalmente fine conoscitivo. Non saranno registrate adesioni, né i presenti dovranno sentirsi obbligati ad alcunché. Non è questo lo spirito che guida la Carta Etica. Ogni cosa detta oggi, avrà il tempo di sedimentare in ciascuno. In autunno, in un eventuale nuovo incontro voluto dai presenti, portavoci a loro volta del progetto nei riguardi di persone di propria fiducia, le parole potranno rivelarsi stimolo per un impegno responsabile oppure rimanere semplice arricchimento culturale”.
Prendendo la parola il prof. Pietro Speziale, cui è stato proposto di coordinare il Comitato Etico che eventualmente si costituirà, ha puntualizzato che “realizzare una Carta nella nostra comunità e, quindi, la sua accettazione e realizzazione per un’efficace opera di sostegno a quanti sono impegnati nell’amministrazione della nostra realtà sociale, mi è sembrata una proposta degna di essere presa in seria considerazione”. E poi “la Carta non è la soluzione di tutti i problemi etici e comportamentali”, ma può essere “un efficace strumento operativo e sociale da sottoscrivere volontariamente quale impegno personale del cittadino per il bene della collettività”. E ancora “è un impegno etico, culturale, politico e sociale, non di parte e non contro qualcuno, ma a favore della nostra comunità e col contributo di quanti si fanno carico di realizzarlo”.
E infine “un servizio per valutare eticamente e insieme l’operato di quanti amministrano…senza per questo sostituirsi agli organismi giuridicamente costituiti”.
E’ stata poi la volta di un rappresentante del gruppo di lavoro che ha redatto la Carta, il dott. Vincenzo Mercinelli, che ha spiegato scientificamente il percorso, la costruzione e la formulazione della Carta Etica, basato su 3 principi: l’Analisi, cioè l’osservazione prima dei fenomeni, poi degli atteggiamenti concreti, se non illegali certamente poco etici, degli ultimi 20-25 anni; la Verifica, che, dopo aver messo insieme i due livelli di analisi, ha individuato i principi etici di carattere generale o specifico che meglio riuscissero a ovviare le carenze etiche, purtroppo trasversali nelle varie esperienze esaminate; la Redazione, cioè la struttura del documento, la sua impostazione, il linguaggio.
Il prof. Amalfitano, presidente del Centro di Cultura “Lazzati”, ha invece sviluppato ampiamente il concetto fondamentale della Carta Etica che si può riassumere nell’assunto “ciò che deve diventare imperativo per tutti è costruire una coscienza civile del dovere, non una pretesa acritica del diritto. Per fare ciò ogni gruppo, ogni istituzione che ne voglia seguire il percorso, può adeguare i concetti espressi nella Carta Etica alle esigenze della propria comunità, proseguendone gli intenti. Nessun conflitto con la politica. E’ necessario però comprendere che, nel bene e nel male, sempre la responsabilità di ogni evento è cosa che riguarda tutti”.
Vari sono stati gli interventi e non sono mancate le domande rivolte ai relatori, che, non solo hanno esaurientemente risposto, ma si sono dichiarati disponibili ad incontri informali, per chiarire ogni possibile dubbio e poter avviare un libero dialogo tra le parti.
Fonte: Silvia Laddomada