CRISPIANO – Tre fatti di cronaca riguardanti la fascia di età 0-18 anni sono l’argomento di questa settimana.
Il primo (e peggiore), avvenuto la settimana scorsa, racconta dell’ennesimo atto di vandalismo contro una struttura pubblica. Due volte in due notti, con tanto di luci lasciate accese senza troppo preoccuparsi di esser visti da fuori, alcuni (giovani?) squilibrati mentali sono entrati nell’asilo comunale di Cacace. Chi c’è stato dopo racconta di una scuola ridotta alla rovina, totalmente da ridipingere, con suppellettili da ricomprare, con un sistema di allarme da collegare di corsa a qualche caserma di Carabinieri. Tutto da fare entro il prossimo settembre e le spese ora le piangeranno tutti i crispianesi, compresi parenti e amici di questi ‘svalvolati’.
Inquieta quanto sta accadendo: in fondo volere sfasciare una struttura, lasciata di notte alla mercè di chiunque, con grave colpa per chi doveva occuparsene prima, è un po’ come voler stuprare la propria madre: fare irruzione all’asilo dove si è stati (con ogni probabilità) da piccoli. Stuprare così un luogo delle proprie origini, della prima iniziazione alla vita pubblica, alle regole extrafamigliari, alla presenza di altri pari età con i quali condividere diritti e doveri.
Desolato il commento del dirigente scolastico Massimo Romandini: in una nota parla di “una ferita difficile da rimarginare”. Nell’asilo, dopo il passaggio di questi “teppisti di basso calibro, restano i segni del degrado umano e la certezza che purtroppo quegli ‘animali’ possono anche far questo alle persone perbene che credono nel rispetto delle cose altrui”.
La cosa che più infastidisce di tutta questa vicenda, che periodicamente si ripete nelle scuole, nelle parrocchie, è la quasi certezza che i colpevoli non saranno scovati neanche questa volta: “E’ mai possibile – prosegue nella nota stampa il dirigente Romandini, ndr – dipendere dalla fantasia malata di tale teppaglia? E’ mai possibile che le aule in cui crescono, giorno per giorno, i piccoli crispianesi debbano restare alla mercè degli stessi sciagurati che si fanno belli della loro impunità?”.
Preoccupato da questa deriva sociale è anche un altro testimone privilegiato di Crispiano: don Emidio Dellisanti, parroco a Santa Maria Goretti. Il un breve incontro, il sacerdote parla di “necessità di recuperare queste persone” e lancia un monito, alle autorità, affinché ciascuno faccia la propria parte per fare fronte comune contro questa crisi educativa. Una risposta, sia pure parziale, proverà a darla lui per primo da subito. È nato nei giorni scorsi a Santa Maria Goretti il primo oratorio di Crispiano. L’inaugurazione in pompa magna, alla presenza del sindaco Laddomada, dell’assessore provinciale Conserva e del vescovo Papa, si è tenuta domenica 6 luglio. Nell’omonimo quartiere, a ridosso della chiesa, all’angolo tra viale Resistenza e viale Gramsci, l’Oratorio Giovanni Paolo II di 3.000 metri quadri, con due campi da gioco omologati Coni, saranno praticabili già in agosto. Il primo dei due campi è dedicato all’immancabile calcetto, l’altro è adatto a tennis, pallavolo e basket. Sono stati ultimati anche gli spogliatoi di circa 150 metri (compresi quelli separati per gli arbitri). Nascerà nei prossimi giorni un circolo sportivo-culturale che si occuperà della gestione dell’oratorio. Le spese che alla fine ammonteranno a 320mila euro saranno coperte per un terzo dalla Regione. La restante parte dovrà essere rimborsata dalla parrocchia, che fa affidamento sulla generosità dei crispianesi: in meno di un anno e mezzo sono stati raccolti circa 68mila euro in donazioni. Una cifra ragguardevole, che non permetterà comunque di costruire subito l’altro padiglione dell’oratorio che un domani ospiterà le aule catechistiche.
Restando in materia di strutture pensate per la ‘futura classe dirigente’, un avviso pubblico è stato redatto in questi giorni dal Comune: Crispiano vuole intercettare i fondi necessari per la costruzione di un asilo nido municipale. La Regione Puglia nell’aprile scorso ha previsto con una sua determina di finanziare per un massimo di 700mila euro (e comunque non oltre il 75% delle spese) le istanze per la costruzione di “asili nido comunali e annesse sezioni primavera”.
Crispiano proverà a concorrere al suddetto bando pubblico “con l’apporto di capitali privati di impresa, sia in forma individuale che societaria”. L’area individuata sarebbe quella della Scuola Giovanni XXIII tra Via Adige, Ticino e Arno, “in un suolo recintato di circa 2500 metri quadri di cui 600 coperti da un edificio”. Sulla carta è facile: si tratta solo di attendere che qualche privato manifesti interesse a costruire l’asilo nido di Crispiano, formulando una proposta progettuale, accollandosi il 25% delle spese di costruzione. La contropartita sarebbe quella di rifarsi delle spese grazie alla gestione dello stesso asilo che sarebbe garantita per legge nei successivi trent’anni. Incrociamo le dita.
Fonte: Cataldo Zappulla