Faccia a faccia tra il sindaco Laddomada e il capogruppo di minoranza “Lista per Crispiano” Scialpi.
Un confronto organizzato dall’associazione Agorà che si è tenuto nel Centro Culturale Polivalente per dibattere sullo sviluppo futuro del paese.
Clima disteso tra “giganti” della politica locale, che si è contrapposto alla tempesta climatica che imperversava fuori, impedendo una meritata maggiore partecipazione.
Argomenti proposti dal moderatore il giornalista Gianpaolo Annese, sono stati il Pug e l’Area vasta.
Laddomada si dichiara subito d’accordo con la richiesta formale di Scialpi “di scegliere la via della massima trasparenza nella definizione del piano. Il coinvolgimento del paese non può limitarsi alle conferenze di servizio, peraltro previste dalla legge: servono laboratori permanenti sul modello degli urban center per interloquire proficuamente con gli operatori economici e tutte le intelligenze del paese”.
“Gli incontri seguiranno non appena terminerà la fase di co-pianificazione con la Regione che fissa i paletti imprescindibili del Pug” – assicura Laddomada.
“Sarà l’occasione – aggiunge – per confrontarsi con le associazioni e i cittadini per definire le linee di sviluppo della nostra cittadina nell’ambito della legislazione vigente”.
Laddomada si è dichiarato disponile anche ad incontrare tutti i soci del Consorzio Le Caselle per chiarire alcune incomprensioni e cercare soluzioni possibili alle aspettative degli artigiani interessati.
Diverso il clima per le proposte avanzate dall’Amministrazione Comunale per l’Area Vasta per le quali è stato registrato il parere fortemente contrario di Scialpi e della sua rappresentanza politica.
Non si è assolutamente d’accordo all’individuazione di un’altra zona industriale lungo la statale 172, né si ritiene praticabile la proposta del Ce.Ma. Museum, per la mancanza di uno studio preliminare.
Dal pubblico inoltre è emersa la necessità, “prima di entrare nel merito del piano”, di elaborare un’idea di paese, di individuare una vocazione (“turistica, agricola, industriale o altro”) e utilizzare le leve del marketing territoriale per marcare l’identità del nostro paese da qui agli anni a venire.
Fonte: Michele Annese