QUELL´´IMPATTO VIOLENTO COL PALO DELLA LUCE NON GLI HA DATO SCAMPO

Un palo della luce completamente piegato, come se fosse di burro. La moto tranciata in due. Non c’è stato nulla da fare per Bartolomeo Tesoro, operaio Ilva trentaquattrenne residente a Crispiano, che intorno alle 22 di lunedì ha perso la vita in un incidente stradale su via Foggia.
Il giovane, i cui funerali si sono svolti ieri alle 15,30 nella chiesa di Santa Maria Goretti, era nato a Palermo ma risiedeva da tempo a Crispiano. Lunedì sera ha perso il controllo della sua Yamaha 600 per cause non ancora accertate. La strada, infatti, non era bagnata, nessun altro mezzo è stato coinvolto nell’incidente e per terra non vi era alcun segno di frenata. Un cane che gli ha tagliato la strada o l’elevata velocità? Per il momento solo ipotesi.
Sembra invece certo che il centauro, sbandando, ma sempre restando in sella alla moto, abbia strisciato per un breve tratto sul muro di cinta di un’abitazione, perdendo anche una scarpa. Ma in quella che avrebbe potuto essere la sua salvezza – forse il muro avrebbe potuto rallentare la velocità della moto – è intervenuto l’elemento fatale: un palo per l’illuminazione stradale. Nell’impatto violento la Yamaha è stata tranciata in due parti, il palo si è piegato fino a terra, mentre Tesoro è stato sbalzato per terra perdendo il casco che quasi sicuramente indossava. Il giovane ha terminato il suo volo ad un paio di metri di distanza.
Agghiacciante la scena che si è presentata ai soccorritori del 118 e ai carabinieri della locale stazione coordinati dal luogotenente Cosimo Vinciguerra. La parte posteriore della moto era incastrata fra il muro ed il palo, quella anteriore si trovava da un’altra parte, Bartolomeo Tesoro era a terra. Morto.
Già nella serata di lunedì la notizia ha fatto rapidamente il giro di Crispiano tanto che gli stessi genitori del ragazzo sono stati tra i primi ad essere avvisati. Sul luogo è accorso il padre, che si è subito reso conto della situazione. La madre, invece, è rimasta a casa, sperando che nulla di grave fosse accaduto. Nessuno ha avuto il coraggio di dirle che per Bartolomeo, recentemente tornato a vivere dai genitori perché si era separato dalla moglie, non c’era più alcuna speranza. «E’ stato trasportato in ospedale», le è stato detto. Il difficile compito di raccontare alla donna la verità è toccato a don Emidio Dellisanti, parroco della chiesa di Santa Maria Goretti, dove i genitori di Bartolomeo partecipano alla messa ogni domenica e che per diverso tempo hanno frequentato attivamente.
Un amico del ragazzo ha commentato: «E’ stata una doccia fredda. Era un amico e lo conoscevo da tantissimo tempo. Una brava persona, con tanti problemi in famiglia da qualche tempo. E poi, come non pensare alle sue bambine?» Tesoro infatti aveva due figlie, di soli 6 ed 11 anni, a cui è andato il pensiero di molti concittadini. In paese, ieri mattina, non si parlava d’altro e si respirava un’aria greve.
Quello di lunedì è stato l’en -nesimo incidente mortale su quella strada, percorsa spesso ad alta velocità, nonostante il limite di 70 chilometri. Limite che è stato elevato da poco, in seguito ad una petizione dei cittadini. I quali forse non sanno che proprio a fine dicembre un altro motociclista ha rischiato grosso: con tutta la moto si è infilato sotto le ruote di un’auto che proveniva di fronte. Vivo per miracolo. Sulla carreggiata, i segni di una lunghissima frenata.
PAOLA GUARNIERI

Fonte: Paola Guarnieri