Per il quarto anno è stato realizzato dal nostro concittadino Francesco Santoro “U Calèndarje Nustre”, fautore della ricerca storica e dei testi.
“Se vuoi essere vero Crispianese devi diventare quello che sei. (Ce vu jèsse vére Crespianése addeventà cudde ca sinte). Questo è il proverbio dell’anno sulla pagina di copertina, un richiamo ad un’identità della crispianesità che s’incrocia con l’essere se stesso senza finzioni. U Calèndarje Nustre in dialetto crispianese è la sintesi giornaliera dei nostri antenati”.
“U Calèndarje Nustre: (sottotitolo) – afferma Santoro – è “l libro (calendario )per l’intero anno” che si legge un rigo al giorno; con l’edizione 2009 è stato raggiunto il numero di oltre 1400 modi dire, proverbi e motti in vernacolo crispianese. Oltre ai proverbi e i modi di dire sono inseriti sintesi di notizie storiche di Crispiano, alcune inedite e mai pubblicate: il messaggio di Papa Pio XI inviato il 7 Febbraio 1923 a Margherita Spezzaferri alla quale impartiva la benedizione in “Aritculo Mortis” per l’erigendo convento a Crispiano. Altra notizia mai resa nota: l’eventuale richiesta di riscatto per l’acquisizione della sorgente del “Triglio” fatta dal comune di Taranto al 31 Dicembre 1919, ed un telegramma dell’ Arcivescovo Orazio Mazzella per l’avvenuta proclamazione a Provincia del comune di Taranto (2 settembre 1923)”.
“Il calendario – prosegue l’appassionato «dialettologo» – riporta soprannomi di crispianesi di ieri. Foto mai pubblicate (Tranne agosto: La Madonna della Neve. Alle parole stèuse (strane) si leggono associazioni di vocaboli con l’Odissea, la Turandot di Puccini, i Promessi sposi, M. Proust. Si riporta infine un articolo del contratto di lavoro del 1933 per i braccianti agricoli”.
Il calendario stampato in 2450 copie, è stato patrocinato dalla prov. di Taranto, dal Comune di Crispiano, dalla biblioteca Civica “Carlo Natale” e sponsorizzato dalla Farmacia Boccuni, Impresa edile Antonio Greco, Ferrarese Costruzioni; Amici da sempre, Az. Agr. Tenuta La Francesca, Consorzio delle Cento Masserie, Ristorante Villa Maria, Pasticceria Ideal, Pro Loco Crispiano, Rosticceria La Brace, Scuola Elementare Mancini, Banco di Napoli.
A proposito della “lingua dialettale crispianese”, Santoro scrive: “le tradizioni, gli usi, i costumi e le devozioni religiose sono le caratteristiche con le quali si è formata la nostra “Lingua” dialettale, tramandateci dai nostri avi. La tesi dichiarata da studiosi di linguistica, ci suggerisce che il nostro dialetto appartiene a quelle parlate dialettali che nel tempo subirono influenze provenienti da diverse aree linguistiche circostanti (pugliesi e salentine) ma ha avuto un’identità sua particolare. A modellare questa particolarità hanno concorso vari fattori di natura sociale, politica ed economica. Crispiano si troverebbe in quell’area dei dialetti a sistema di transizione con acquisizioni dal greco-latino e messapiche-normanne, riconosciute dagli studiosi di linguistica. Crispiano si è trovata a subire una transizione maggiore. Si riconosce che il paese ha avuto un’identità politica propria in epoca recentissima (autonomia del paese: 14 Novembre 1919). Le origini della, fondazione dell’abitato, i suoi primi nuclei abitativi ebbero origine dalla vicina Martina Franca ed inseguito subirono influenze tarantine, dal momento che ne faceva parte come frazione. Essendo una località in fase di sviluppo urbanistico (insediamento ed occupazione di terreni Demaniali) accolse fra le sue mura molti altri cittadini dalle più svariate zone, con loro i costumi, le usanze e la parlata”.
“Le disuguaglianze – conclude Santoro – a volte notevoli rispetto alla pronuncia dei centri viciniori hanno contribuito a creare una “Parlata Tipica” del territorio, generando una sua . La Crispianesità fondata dai nostri avi ci obbliga ad essere, loro difensori morali, recuperando così, quei valori fonetici, grafici, grammaticali e logici che ordinano ed armonizzano la “Lingua dialettale Crispianese” testimoniando un nostro modo di essere crispianesi”.
Fonte: Michele Annese