Michelangelo Serio, consigliere di minoranza del Pdl, torna a riproporre opportunamente la questione dei cani randagi che ormai spaziano nel centro cittadino e nel territorio, creando problemi di sicurezza e di igienicità.
Non è ovviamente l’Amministrazione da sola che può risolvere questo preoccupante fenomeno del quale ci siamo occupati altre volte, ma sicuramente gli amministratori possono promuovere tavoli di concertazione con gli altri enti interessati (Ausl, Comuni viciniori, Provincia, Regione), per attuare i provvedimenti necessari di salvaguardia per i cittadini, ma anche di protezione degli animali.
“Nel nostro paese – scrive Serio – il fenomeno del randagismo canino sta assumendo proporzioni sempre più diffuse e preoccupanti dove la presenza di cani randagi viene riscontrata in molti punti del paese: scuole, piazze, ville, vie centrali e periferie sempre più spesso sono occupate da cani. La poca attenzione riservata finora ad un problema che non è nato ieri e la modestissima incidenza delle misure fin qui adottate, ha fatto sì che oggi il randagismo a Crispiano costituisca quasi una vera e propria emergenza. Ma per questa maggioranza, nonostante le roboanti dichiarazioni di fattività e impegno, evidentemente non è così. Vero è che recentemente l’opposizione del Pdl in consiglio comunale – segnatamente il consigliere Renato Perrini – ha avanzato un’interrogazione comunale, la cui risposta non ha convinto nessuno, e, soprattutto, a distanza di qualche mese non ha ridotto la portata del fenomeno. I disagi vissuti in termini sempre più diffusi dai nostri concittadini stanno assumendo proporzioni che potrebbero favorire l’insorgere di sentimenti di intolleranza e ostilità verso i cani, e questo dato non è condivisibile in un paese civile come il nostro”.
“Ne consegue – prosegue – che il cane, da sempre amico dell’uomo, nella sua condizione di randagio, rischia di essere percepito nell’opinione pubblica crispianese come un possibile nemico, un disturbatore, talvolta un vero e proprio pericolo laddove sia portatore di infezioni o malattie. Un approccio sbagliato che potrebbe indurre qualcuno ad assumere iniziative incontrollate che vanno invece scoraggiate. D’altro canto il rischio di aggressioni, con grave pericolo per l’incolumità personale, come pure di spavento o più semplicemente di fastidio, sussiste ed aumenta laddove questi animali, anche di grossa taglia, si presentano in branco. Non solo. Ma la circostanza che questi animali stazionino stabilmente in alcune zone del paese – che diventa il loro territorio – condiziona pesantemente i comportamenti di molti nostri concittadini, tanto da indurre qualcuno – pensiamo soprattutto agli anziani – a preferire percorsi alternativi o a limitare le uscite da casa. Per non parlare dei disagi vissuti da quanti vogliono fare una passeggiata, andare di corsa o in bicicletta – e pensiamo non solo ai bambini, ma anche agli adulti – e vivono il fastidio di essere rincorsi da un cane randagio”.
“Questo grave problema che è stato ampiamente segnalato a chi di competenza – secondo il consigliere – deve indurre gli amministratori ad intervenire perchè è impressione diffusa che si fa quasi nulla. Si può o si deve, in taluni casi, anche prelevare questi cani dai luoghi ove abitualmente stazionano, ma è necessario eseguire queste operazioni nel rispetto della legge, ovvero solo e soltanto su disposizione del competente ufficio Asl e facendo in modo che i cani randagi vengano portati in un canile. Si eviteranno in tal modo situazioni spiacevoli che hanno visto protagonista, nello scorso mese di ottobre, un cane per alcuni chiamato Salvia, per altri Titina, Bancarella o Whisky misteriosamente “sparito” e prelevato non si sa da chi, ed altri cani randagi recentemente anche questi spariti. Premesso che si tratta di animali un po’ diversi dalle mosche o dalle zanzare che passano inosservate, ci si chiede cosa l’Amministrazione Comunale sappia di questa storia, ovvero se qualche amministratore o ufficio comunale – i Vigili Urbani ad esempio – sia stato per caso coinvolto in ordine alla sparizione di Salvia o, più recentemente, di altri cani. In attesa di notizie al riguardo, è doveroso sottolineare che le attuali condizioni del canile comunale sono del tutto indecorose e tali da rendere assai precaria anche la permanenza di quelle povere bestie nel canile.
“Prima che intervengano organi istituzionalmente preposti alla protezione degli animali contro il Comune di Crispiano – egli conclude – occorre prevedere da subito urgenti interventi strutturali per rilanciare le minime condizioni di igiene e vivibilità di quel canile, assicurare dei ripari reali e non fittizi, una recinzione adeguata, ambienti decenti per quei cani convalescenti e per consentire condizioni di maggiore igiene anche per la somministrazione del cibo. Un’ ultima considerazione. E’ triste che nel nostro paese vi sia chi, invece di riflettere sulla gravità di questi episodi, si permetta di dire: «ma con tutti i problemi che abbiamo, ci dobbiamo preoccupare anche dei cani ?». Da questo modo di fare, di dire e di operare, ci sentiamo fieramente distanti, così come lo sono i cittadini di Crispiano i quali, di fronte al disagio del randagismo, invocano sì l’adozione di misure idonee per risolvere il problema, ma nel pieno rispetto delle leggi in materia e prendendo le distanze da ogni comportamento di palese crudeltà contro gli animali”.
Fonte: Michele Annese