«Voglio mio figlio. Ridatemi il mio bambino, non voglio che lo portiate al cimitero, deve venire a casa». Parole strazianti, un po´´ sussurrate, un po´´ urlate, tra un fiume incontenibile di lacrime. A pronunciarle è Anna Tagliente, la madre di William Cometa, 27 anni, di Crispiano, che ha perso la vita ieri in un incidente sul lavoro.
Il giovane lavorava con la ditta di cui era contitolare con il nonno Giuseppe in un cantiere edile di Angelo Pastore: è rimasto schiacciato con la testa fra un pilastro ed il montante della cabina del mezzo che guidava. L’incidente poco prima delle 10. Il lavoro al cantiere, che si trova in via don Luigi Sturzo, in pieno centro cittadino, procedeva attivamente. William era fra i pilastri di un palazzo in costruzione, alla guida di un piccolo escavatore. Un mezzo con il quale aveva grandissima dimestichezza, ma che gli è stato fatale. Pare che ad un certo punto il ragazzo si sia sporto con la testa fuori dall’abitacolo del mezzo, probabilmente per verificare la correttezza dell’operazione che stava eseguendo. L’escavatore, che si trovava vicino ad una parete, forse si è bloccato, non rispondendo più ai comandi. Un’altra ipotesi avanzata in base alla posizione in cui è stato trovato il corpo è che William, nello sporgersi all’esterno dell’abitacolo, abbia compiuto un movimento tale da toccare involontariamente con una gamba la leva che comanda la posizione della cabina. Questa si sarebbe quindi inaspettatamente spostata e il giovane sarebbe stato schiacciato senza neanche accorgersene. Fatto sta che il ragazzo è rimasto incastrato con la testa fra il mezzo e un pilastro. Per lui non c´´è stato nulla da fare.
Sul posto sono intervenuti immediatamente i carabinieri della locale stazione coordinati dal luogotenente Cosimo Vinciguerra e dal maresciallo Salvatore Pulieri e il comandante della polizia municipale, capitano Donato Greco. Quasi contemporaneamente sono arrivati i genitori del ragazzo, il fratello Claudio e la fidanzata. Le loro urla strazianti hanno fatto accorrere sul posto tantissima gente. La zona è stata quindi transennata ed il traffico bloccato.
Per estrarre il corpo dall’abitacolo si è reso necessario l’intervento dei vigili del fuoco e si sono dovuti comunque attendere il medico legale ed il giudice. Nel frattempo sono accorsi altri parenti ed amici ed il parroco della chiesa della «Madonna della Neve”», don Saverio Calabrese, tutti a portare il proprio sostegno ai familiari straziati dal dolore. La fidanzata del ragazzo è stata colta anche da malore ed è stato necessario l’inter – vento dei volontari della locale «Misericordia». Il fratello, il volto stravolto dalle lacrime, in preda ad una crisi di nervi, è stato fatto calmare da amici e parenti. Non ha fatto che ripetere: «Non è vero, non è vero. Rivoglio mio fratello, ridatemi mio fratello». Le nocche della sua mano destra erano completamente insanguinate. Tremendo anche il dolore del nonno Giuseppe, che aveva riposto nel nipote tutte le sue aspettative lavorative, da quando, molti anni fa, aveva perso il figlio in un incidente stradale. Lo zio di William faceva quindi il suo stesso mestiere ed una volta venuto a mancare, nonno Giovanni aveva deciso di passare il testimone al nipote.
Solo intorno alle 12,30 la bara col corpo del povero William è stata portata via, tra le urla disperate della madre, sorretta dal marito, il volto impietrito dal dolore. Dopo gli ultimi accertamenti presso il cimitero di Crispiano, il pm Buccoliero ha disposto il sequestro del cantiere, permettendo poi ai familiari di portare il ragazzo a casa. Qui, ad attenderlo, anche la sorellina più piccola, Noemi, di appena 13 anni. Nessuno ha osato chiedersi chi le avesse raccontato cosa era successo al suo amato William.
PAOLA GUARNIERI
Fonte: Paola Guarnieri