Ottantamila bottiglie l’anno vendute in Italia e all’estero, 25 dipendenti, tre punti vendita (Crispiano, Castellaneta e Novara, oltre dieci linee di produzione e un investimento di circa 1 milione e ottocentomila, sono i dati salienti dell’Azienda Agricola Guida, sorta sei anni fa, sulla scorta dell’antica esperienza vitivinicola della famiglia di origine. Produzione quindi autoctona che oggi giunge al riconoscimento del doc pugliese “Colline Joniche Tarantine” con due vini di grande prestigio: rosso primitivo (colore rosso,tendente al violaceo, ricavato dalla sola uva primitivo, con odore vinoso e con un sapore gradevole, pieno, armonico tendente al vellutato con l’invecchiamento, grado alcolico 15,5), bianco verdeca (colore paglierino con riflessi verdolini, 12 gradi, odore delicatamente fruttato, sapore asciutto, sapido leggermente fruttato). Un traguardo raggiunto con determinazione dal titolare dell’Azienda Giovanni Guida coadiuvato validamente dalla moglie signora Rosa Larocca e dai suoi collaboratori.
“Siamo-afferma giustamente con orgoglio Guida-la prima azienda in grado di commercializzare la Doc “Colline Joniche Tarantine”. Abbiamo avuto questo riconoscimento e ci siamo subito attivati per l’iscrizione dei nostri vigneti. Sapevamo di non poter perdere questa occasione per la valorizzazione del territorio e dei prodotti tipici e per mantenere l’impegno con i nostri dipendenti”.
Soddisfazione ha espresso anche il vice presidente della Confederazione Italiana Agricoltori di Taranto, Vito Rubino, intervenuto alla conferenza stampa, insieme all’assessore comunale Paolo Carone e all’assessore provinciale Michele Conserva. “La Cia – ha dichiarato Rubino – è orgogliosa di presentare l’Agricola Guida di Crispiano come azienda produttrice delle prime due bottiglie (il primitivo e il verdeca ) con la doc “Colline Joniche Tarantine”, appena riconosciuta”
Il tecnico enologo responsabile della qualità dei vini, che hanno raggiunto anche i mercati giapponesi, americani e tedeschi è il sig. Piero Artruso a cui collabora anche Benedetto Lorusso.
Ma Giovanni, che vorrebbe tutti i produttori locali in un consorzio, non si è fermato ai risultati già raggiunti; tra due mesi sarà pronto il nuovo stabilimento di produzione e di vendita, ove saranno impiegate altre unità lavorative del posto. Verranno realizzati anche salette di degustazione di soli prodotti tipici abbinati ai vini dell’Azienda(ogni domenica mattina per tutti), appartamentini per ospitare compratori ed esperti e sotterranei di invecchiamento ed esposizione dei vini prodotti. “Spero-dichiara Guida- che questo sia motivo di incontro e partenza per una forte collaborazione con il territorio. I settori della ristorazione, enoteche e appassionati di vino devono andare fieri di poter contare sui vini certificati che danno lustro alla nostra cucina”.
L’iter costitutivo della 26^ doc pugliese “Colline Joniche Tarantine”, si è chiuso con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale n.195 del 21 agosto scorso del Decreto del Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali (Mipaaf) del 1° agosto 2008, che ha autorizzato, tra l’altro, di etichettare, già dalla vendemmia scorsa, con la suddetta denominazione, i vini provenienti dall’area ampelografia prescritta dal disciplinare di produzione(11 tipologie, tra le quali spiccano il bianco, con almeno il 50% chardonnay, il rosso, con almeno il 50% cabernet sauvignon, il primitivo (secco, dolce e liquoroso ) con almeno l’85% di uve provenienti dal vitigno omonimo. La resa massima delle uve in vino non deve essere superiore al 70% (60% per i rosati) pena la ricaduta nell’Igt dell’eccedenza del 5% e di tutta la partita se oltre il 75%). Dallo studio realizzato dal prof. Antonio Calò, direttore dell’Istituto Sperimentale per la viticoltura di Conegliano Veneto, commissionato negli anni ’90 dalla Provincia di Taranto, emerse “la particolare vocazione dei territori a dare un vino di qualità, dal momento che il denominatore comune di queste aeree, lo dice la denominazione stessa, è proprio l’esposizione collinare. Unita alle caratteristiche dei terreni e alle escursioni termiche che ne conseguono, essa conferisce al vino caratteristiche di pregio”. I luoghi ricompresi nel disciplinare sono gli interi territori della provincia di Taranto appartenenti ai Comuni di Laterza, Mottola, Crispiano, Martina Franca e parte dei territori di Castellaneta, Ginosa, Palagianello, Massafra, Statte e Grottaglie.
L’azienda agricola Guida nasce in Puglia oltre un secolo fa da una famiglia che ha sempre creduto ai valori e alle potenzialità della propria terra; è un’azienda di circa 15 ettari, collocata nel territorio di Crispiano, a ridosso della Murgia Tarantina a circa 275 metri sul livello del mare. Il clima temperato è favorevole per la crescita del vigneto, avendo una notevole differenza di clima tra il giorno e la notte, con soddisfacenti pioggie nei periodi invernali. I vigneti sono coltivati con sistema di spalliera, ma non mancano le viti ad alberelli vecchi anche 50/60 anni. Tutti i vigneti sono sottoposti a rigorose potature e ad un’accurata selezione delle uve, in modo da privilegiare la qualità sulla quantità. I trattamenti fitosanitari sono limitati, preferendo il sistema di lotta integrata (il minimo uso necessario dei prodotti chimici ); nel 2004 Giovanni Guida e la moglie Rosa danno vita ad un nuovo progetto di produzione, curando e producendo con amore vini innovativi e di grande pregio e per avere il massimo della qualità in cantina affiancano vini in botti di rovere, barriques di rovere francese alle moderne vasche in acciaio.
Un’impresa coraggiosa che dimostra i risultati che si possono raggiungere quando si lavora seriamente e con prodotti sani e genuini di cui la nostra terra abbonda, riteniamo però di osservare che molto di più, specie per la commercializzazione, si otterrebbe se tutte le iniziative produttive lodevoli che vanta Crispiano, venissero comprese in un organismo consortile, capace di imporre, con la concorrenza, il prodotto sui mercati nazionali e internazionali, senza trascurare gli operatori turistici locali, che servono nei loro ristoranti, anche a giusta ragione, vini non locali. Infatti il confronto avviene non solo sulla qualità, ma anche sulla quantità e soprattutto sui prezzi che si possono abbattere solo mettendosi insieme e usufruendo di finanziamenti previsti per cooperative e consorzi di produzione.
In passato sono stati fatti degli errori, che hanno portato al fallimento di tre organismi sociali (due cantine e un oleificio ), proprio per le divisioni che caratterizza la vita sociale, politica ed economica di Crispiano. Altri tentativi successivi sono falliti, organismi attualmente operanti navigano in serie difficoltà. Sarà il caso, che almeno di fronte ad una crisi economica internazionale, si possa frenare la tendenza all’isolamento e peggio ancora allo sgretolamento, ed agire unitariamente, per il bene individuale e collettivo, senza perdere la visibilità della propria identità.
Fonte: Michele Annese