Maretta nell’ultima seduta di consiglio comunale a Crispiano. Il consigliere del Pdl Michelangelo Serio ha infatti avuto un battibecco con il sindaco Giuseppe Laddomada. Spinoso l’argomento in discussione: consentire l’insediamento di attività artigianali in un’area che è residenziale.
«Stavo esponendo le mie argomentazioni, che ritenevo valide, quando ho sentito il sindaco che tentava di banalizzare il mio intervento, rivolgendosi con alcune battute agli assessori
vicini. Ho ritenuto che questo fosse il segno di una scarsa considerazione verso le ragioni della minoranza», racconta Serio. Il primo cittadino, alla richiesta di spiegazioni su quanto accaduto, ha affermato: «Mi sono limitato a dire agli assessori che probabilmente l’opposizione non sapeva
che in quella zona c’era già un’officina meccanica. La reazione di Serio mi ha stupito, perché è una persona moderata. Penso che questo sia stato un modo per allontanarsi dall’aula». Serio ha infatti lasciato la sala consiliare come l’intera opposizione e la delibera è stata approvata dalla sola maggioranza.
La seduta, apertasi con una manifestazione di solidarietà verso le vittime di Kabul, era fino ad allora proceduta con un dibattito nella norma. La salvaguardia degli equilibri di bilancio è stata illustrata dall’assessore Di Roma: «Vi è un sostanziale pareggio tra uscite ed entrate, ottenuto dopo un’attenta valutazione delle esigenze dei vari settori, che hanno però dovuto subire dei tagli, per una somma complessiva di 102 mila euro». Il consigliere Bennardi dell’Mpa ha quindi chiesto notizie di alcune opere realizzate, ma poi non effettivamente entrate a regime. Il sindaco ha illustrato le soluzioni da adottare per risolvere questo problema. L’approvazione è
stata della sola maggioranza, così come per l’alienazione di un immobile di proprietà comunale. «Si tratta di un garage acquisito dall’ente perché abusivo e che si vorrebbe rivendere con regolare asta e bando pubblico», ha spiegato l’assessore Magazzino. Il consigliere Giuseppe Scialpi ha evidenziato un sostanziale vizio di procedura: «Non è possibile rivendere un bene confiscato perché abusivo; la legge prevede l’abbattimento dello stesso o il suo riutilizzo per attività di pubblica utilità». La maggioranza ha quindi proposto un’emendamento alla delibera: previa verifica, si rivenderebbe il bene, utilizzando la somma ricavata in un investimento pubblico. Ma la minoranza non è stata d’accordo e si è allontanata dall’aula.
Fonte: Paola Guarnieri