Li hanno trovati a terra, affianco al loro letto, l’uno vicino all’altra. Ma quello che ad una prima occhiata sarebbe potuto sembrare un caso di omicidio-suicidio si è invece rivelato il tragico esito di una fatalità.
Il fatto è avvenuto a Crispiano, nella tarda mattina di ieri. Lorenzo Bello, più conosciuto come «Ronzino», nato a Crispiano 74 anni fa, e sua moglie Concetta Milone, di Ceglie Messapica, 75 enne, sono stati ritrovati privi di vita nella loro abitazione in via Carducci. Dai primi e più analitici rilievi è apparso subito chiaro, però, che si trattava di un incidente. La donna era caduta dal letto, pare durante una crisi epilettica, sbattendo violentemente la testa sul pavimento. Il marito, presumibilmente, aveva cercato di soccorrerla, ma, anch’egli sofferente, era stato colpito da infarto.
Completamente infondate, dunque, le notizie che erano circolate in paese subito dopo la scoperta dei due corpi. Qualcuno aveva parlato di una pistola con cui Bello avrebbe ucciso la moglie e poi si sarebbe tolto la vita perchè non ce la faceva più a tirare avanti. La donna, infatti, era malata e costretta a letto da molti anni. Ad occuparsi di lei per la maggior parte del tempo era proprio il marito, aiutato a volte anche da alcuni familiari. E sono stati proprio i parenti a fare la tragica scoperta. Lorenzo Bello infatti aveva una piccola azienda agricola. Degli animali si occupava un ragazzo, il quale ieri mattina si era insospettito per aver trovato chiuso il cancello di casa ed aveva avvertito i nipoti della coppia. Non ricevendo alcuna risposta dall’interno, i parenti avevano dunque sfondato la porta, trovandosi di fronte all’agghiacciante scena. Da qui, poi, l’al – larme al 118 e l’immediato intervento dei carabinieri della locale stazione coordinati dal luogotenente Cosimo Vinciguerra e dei carabinieri della compagnia di Massafra.
La falsa notizia dell’omicidio-suicidio si era diffusa forse a causa dei trascorsi dell’uomo. Lorenzo Bello era stato per anni agli arresti domiciliari per il tentato omicidio di uno dei figli adottivi. Una pena già scontata da tempo – l’uomo era infatti libero da anni – ma che probabilmente gravava ancora su di lui come un marchio. La coppia, che non aveva figli, aveva adottato due fratelli. Il più grande di questi era andato via da casa presto. La convivenza con il ragazzo più piccolo, che all’epoca dei fatti era anche tossicodipendente, si era subito rivelata difficile. Bello infatti avrebbe voluto che il ragazzo la sera andasse a letto presto in modo che il giorno seguente potesse accudire sin dalla prima mattinata gli animali da loro allevati. Litigi sempre più frequenti e violenti, conclusisi in modo tragico. Lorenzo Bello un giorno aveva impugnato la pistola, esplodendo ben sette colpi contro il figlio adottivo. Il ragazzo riuscì a cavarsela, ma gli fu asportata la milza. La condanna di Bello fu commutata in arresti domiciliari per via delle precarie condizioni di salute della moglie, che necessitava di assistenza continua. Assistenza che, comunque, non è riuscita a preservare la donna da questa tragica fine. E il destino ha voluto che il marito le fosse ancora vicino, dopo oltre 50 anni di vita trascorsa insieme.
Fonte: Paola Guarnieri