Ch.ma Prof.ssa Angela BARBANENTE
ASSESSORE REGIONALE ALL’ASSETTO DEL TERRITORIO –URBANISTICA, EDILIZIA RESIDENZIALE PUBBLICA
Via delle Magnolie n. 8
70056 – MODUGNO – BA
OGGETTO: parere circa la rispondenza a variante urbanistica di provvedimento adottato.
Come a Lei noto, il Comune di Crispiano (TA) ha avviato le procedure di adozione del Piano Urbanistico Generale, e alla vigilia dell’adozione dello strumento urbanistico che orienterà in maniera organica lo sviluppo del paese per gli anni a venire, nelle more, ritengo sia opportuno evitare l’assunzione di qualsivoglia provvedimento stralcio che, in qualche modo, vada a mutarne la destinazione urbanistica.
In particolare, a parere dello scrivente, appare ancora più opportuno evitare che, in ossequio e nel rispetto della imminente adozione dello strumento urbanistico, si assumano provvedimenti che sostanzino, di fatto, vere e proprie varianti urbanistiche, senza nel contempo ottemperare all’iter procedurale all’uopo previsto, che è cosa ancor più grave.
Proprio in ossequio alla onestà intellettuale ed al notevole spessore politico e professionale che anch’io personalmente Le riconosco, ritengo sia doveroso anzitutto informarLa di quanto nei giorni scorsi accaduto in proposito nel nostro comune, nonché sottoporre alla Sua attenzione una situazione che, a Crispiano, continua a destare non pochi motivi di contrarietà e confusione, tanto nell’opinione pubblica che segue molto da vicino la vicenda, quanto fra le formazioni politiche locali.
In data 28 settembre 2009 è stata adottata, con i soli voti della maggioranza, la delibera di Consiglio comunale n. 60 che si allega in copia (all. 1) avente ad oggetto: “zone C2A e C3 del vigente P.d.F. – attività sussidiarie alla residenza – interpretazione autentica”, disponendo la previsione di attività produttive, industriali ed artigianali nelle zone in oggetto indicate, fornendo altresì un elenco di trentuno attività che potessero essere insediate nelle suddette aree a vocazione residenziale.
La maggioranza ha ritenuto di poter interpretare, anche se attraverso un ragionamento che non a tutti è parso lineare, una delibera adottata dal Consiglio comunale di Crispiano nel lontano 1995, contrassegnata con il n. 83, e che parimenti si allega in copia (all. 2), a mezzo della quale delibera quella maggioranza sancì che potessero essere insediate in zone residenziali, quali attività sussidiarie alla residenza, attività commerciali, con successiva approvazione da parte della Regione Puglia, perché ciò configurava variante urbanistica.
Al fine di rappresentare il pathos di quanto l’argomento sia percepito in loco, si trasmettono n. 3 volantini (all. 3, 4 e 5) distribuiti in paese rispettivamente in data 4, 10 e 18 ottobre uu.ss., tutti incentrati sullo spinoso argomento, dai quali emerge l’attenzione che tale argomento ha assunto nella cittadinanza, tanto che al riguardo è stata avanzata una mozione consigliare con richiesta di convocazione di un consiglio comunale sull’argomento ai fini della revoca della delibera adottata (all. 6).
Con riferimento all’ultimo punto citato, è seguita la convocazione del Consiglio comunale in data 3 novembre 2009 che, al punto 2) dell’o.d.g. (all. 7), recava la mozione, avanzata dalle minoranze, di revoca della delibera n. 60, e che in sede di Consiglio comunale, la maggioranza ha respinto.
Al punto 4) del medesimo o.d.g. (all. 7), veniva presentata in Consiglio comunale la delibera avente ad oggetto: D.C.C. n. 60 del 28.9.2009 ad oggetto “zone C2A e C3 – attività commerciali sussidiarie alla residenza – interpretazione autentica” – Modifica (all. 8,) che la sola maggioranza approvava.
In quest’ultima delibera gli estensori, facendo un evidente dietro front rispetto alla delibera n. 60 approvata in data 28 settembre u.s., precisavano che le attività a servizio della residenza di carattere artigianale ammissibili nelle zone C2A e C3 erano esclusivamente quelle alimentari di produzione e vendita di prodotti alimentari, fermi restando i limiti in materia stabiliti dalla tabella della parte II dell’allegato IV del d.lgs. n. 156/03, nonché quelle di servizio alla cura della persona.
Ma non finisce qui, perché la giunta Laddomada, evidenziando sull’argomento orientamenti confusi e con repentini cambi di rotta, trascorsi appena quindici giorni dalle ultime modifiche approvate in Consiglio comunale, in data 18 novembre, nuovamente convoca un altro Consiglio comunale e assume una nuova deliberazione sull’argomento, discostandosi molto e smentendo la linea precedentemente assunta.
Infatti la maggioranza in data 18 novembre 2009 approvava la delibera n. 81 (all. 9) recante il seguente oggetto: Interpretazione N.T.A. (norme tecniche di attuazione) destinazione d’uso delle zone C2A, C2B, C3 e C (San Simone).
Con quest’ultimo atto le zone residenziali ove vengono introdotte attività a carattere artigianale, con i limiti di cui alla precedente delibera n. 81, passano dalle due aree urbane iniziali (C2A e C3) a quattro, in quanto estese altresì alle zone C2B e C (San Simone).
Non solo. Ma nella circostanza gli estensori che erano partiti da una c.d. interpretazione autentica di una delibera del ’95, poi successivamente di molto ridimensionata nella misura di cui all’allegato n. 8, pur di approvare a tutti i costi quel provvedimento, sono passati ad interpretare le Norme Tecniche di Attuazione di un Piano di Fabbricazione che, a Crispiano, è datato 1977 ! E lo hanno fatto alla vigilia dell’adozione di un Piano Urbanistico Generale, senza che vi ricorresse nel caso di specie alcuna urgente necessità, contraddicendo lo spirito dell’adottando PUG e tutte le direttive preliminari !
E’ emersa in maniera evidente, e tutti l’hanno colta, la sofferenza che ha accompagnato la adozione di questa delibera, un provvedimento, un provvedimento che è apparso fortissimamente voluto – per ragioni che forse sfuggono – per essersi così ostinata la maggioranza a tracimare tante ottime ragioni ostative e tutte orientate verso un rinvio solo di qualche mese, che ne avrebbe consentito la trattazione a rinv nell’ambito di una visione più generale ed organica.
Orbene, alla luce di questa necessariamente succinta ricostruzione dell’iter tormentato di questa delibera n. 81 del 18 novembre 2009, nell’evidenziarLe quanto accaduto, ritenendo lo scrivente che quanto adottato dal Consiglio comunale abbia integrato, di fatto, una variante urbanistica di quelle aree interessate, senza che si sia ottemperato all’osservanza delle rigide procedure all’uopo previste, chiedo al riguardo se la S.V., in ordine a quanto rappresentato, sia del medesimo parere, o meno, pronunciandosi in merito.
Nell’anticiparLe i sentiti ringraziamenti per la squisita disponibilità che, ancora una volta, vorrà assicurare, a supporto di quanto dallo scrivente articolato in questa nota, allego alla presente n. 12 allegati per la migliore valutazione e verifica degli atti cui si è fatto riferimento.
Infine, a riprova dell’incertezza che ha accompagnato l’intero iter che ha portato alla delibera n. 81 del 18 novembre 2009, Le preciso che prima di pervenire alla delibera n. 60 del 28.09.2009, l’argomento de quo era stato già portato, e ritirato, in Consiglio comunale per ben due volte, rispettivamente in data 27 novembre 2008 (all. 10) e 27 dicembre 2008 (all. 11).
Giova in ultimo rappresentare che in sede di Commissione Urbanistica e Lavori Pubblici del giorno 11.12.2008, su sollecitazione dei consiglieri di minoranza (PERRINI Renato e BENNARDI Giuseppe) taluni consiglieri della maggioranza – ritengo, molto opportunamente ed in termini politicamente corretti – assumevano l’impegno di “emendare la delibera nel senso di posticipare l’efficacia della stessa al parere favorevole della Regione ed inoltre di fissare che la tipologia urbanistica non dovrà essere modificata”, investendo della questione la Regione Puglia (all. 12).
Sconosco se, con riferimento a queste ultime dichiarazioni, sia seguita relativa corrispondenza, ma sono indotto a ritenere che così non sia stato.
In attesa di ricevere una Sua nota di risposta, l’occasione mi è gradita per farLe pervenire deferenti ossequi.
Michelangelo SERIO
Consigliere comunale capogruppo PDL
Fonte: Consigliere PDL Michelangelo SERIO