«Il nostro gruppo è unito e compatto e fa opposizione con i fatti, non solo con le parole». Lo hanno affermato Michelangelo Serio, Stefano Liuzzi, Renato Perrini e Giuseppe Delfino, consiglieri comunali del Pdl a Crispiano, intervenuti sulla crisi amministrativa che ha portato il sindaco Laddomada all’azzeramento della giunta.
Il capogruppo Serio ha esordito: «Non è vero, come ha detto l’assessore provinciale Michele Conserva, che c’è un assordante silenzio dell’opposi zione sull’argomento, perché il Pdl ha già commentato per tre volte l’accaduto sui giornali. Le nostre battaglie sono politiche, non su questioni personali. Tra loro lo strappo è sicuramente in atto, e ne è prova il fatto che i dimissionari sono tre, ma gli assessorati lasciati in sospeso sono solo due».
«Questo ha indebolito un gruppo, che non era funzionale alla maggioranza del sindaco. La conseguenza è che il paese è fermo, anche perché proprio i tre fatti fuori erano tra i più impegnati. E’ comunque vero che nella maggioranza manca una progettualità che faccia volare alto questo paese, mentre occorrerebbe porsi al servizio del territorio».
Delfino ha proseguito: «La giunta va giudicata su quello che fa ed è da bocciare, perché il programma non è stato rispettato. A questo, poi, aggiungiamo i conflitti interni, che non sono riconducibili solo al Pug, come è stato dichiarato. Sul Pug, infatti, ci sono state varie fasi, come mai il problema è emerso solo ora? Per l’assessore Magazzino questo era il fiore all’occhiello dell’amministrazione, perché dunque ora c’è il contrasto?».
E’ quindi intervenuto Perrini: «La maggioranza non deve scaricare le proprie colpe sull’opposizione. Conserva e Laddomada nella sostanza gestiscono il territorio dal 1994, perché prima erano nell’amministrazione Liuzzi. Ma quali risposte hanno dato? Il Pdl invece è unito, compatto, non agisce con calunnie e voci da marciapiede, ma fa opposizione costruttiva. Laddomada non è un nemico in quanto uomo, ma solo come avversario politico».
Liuzzi ha concluso: «Non è vero che ci sono problematiche nella gestione della cosa pubblica, questo è solo il risultato di una guerra fra bande all’interno del Pd, precisamente su chi si deve candidare. Il contrasto era già esploso nella campagna elettorale per le provinciali ed ora si è ripresentato. Faranno come allora: gli uni dicendo alle persone che dopo le elezioni faranno cadere la maggioranza, mentre il sindaco farà la vittima della situazione. La maggioranza in questo momento è risicata, ma non pensasse di poter venire a pescare fra noi».
Fonte: Paola Guarnieri