Nello spazio antistante il Cinema-Teatro Comunale, in piazzetta Casavola, l’Assessorato alla Cultura del Comune di Crispiano e la Biblioteca Civica “C. Natale”, hanno organizzato l’evento speciale del Calendario estivo: “Voci di dentro”, performances di due noti poeti dell’arco jonico, Giacomo Salvemini di Crispiano e Nunzio Tria di Laterza.
La serata si è svolta in due momenti, in ognuno dei quali gli estrosi performers sono riusciti a creare atmosfere diverse, ma di alta liricità e intensa suggestione.
Coordinati dall’operatrice culturale Anna Sorn, che di loro ha riportato non solo i dati bibliografici, ma anche preziose interviste <> sui reciproci percorsi poetici e sul proprio concetto di poesia, sulle note di un appassionato e malinconico brano, ha aperto la serata, sbucando da un groviglio di reti, il pescatore-attore, ma essenzialmente poeta, Giacomo Salvemini, che ha letto le sue poesie e poi lasciate cadere al suolo.
Egli ha recitato delle liriche estratte da due raccolte inedite, “Suites d’amore”, scritta tra il settembre ed il novembre 2001 e “Diario da una tana”, scritta tra il maggio e l’agosto 2010.
La sua performance deduceva il titolo, “Rovescio di faville”, dal verso della prima lirica della raccolta “Diario da una tana”, scritta il 29/05/10 ore 0,15:
-gratto il muro al silenzio così da rovesciare le faville spente di questa tana al cui cielo appendo il nuovo grido e commessa è la penna per vestirti senza titubanza porre alla mente né scarmigliare capelli all’onda bagnata di mie clausure.-
Con piglio “d’attore”, le sue letture poetiche hanno invaso in un crescendo di pathos, gli ammutoliti spettatori, coinvolti nella “lotta” a singolar tenzone con cui Giacomo Salvemini affronta da sempre la parola poetica.
Forse, per confermarne il senso, vale la pena considerare quanto Davide Rondoni, in un pamphlet su “ Il Sole 24 Ore”, dice- “ la letteratura è una galleria di voci, è un’esperienza” e chi legge o chi si muove nell’ambito della letteratura è
sul fronte di una guerra che ha in palio l’occultamento ( non la sparizione, perché è tra i fenomeni umani primari, non potrà mai sparire) del fenomeno chiamato poesia, la sua riduzione per fraintendimento. La sua anestesia. La sua collocazione tra i noiosi intrattenimenti, ovvero tra i paradossi inutili ai più.
Invece “ il poeta è in trincea”, e “nelle sue mani, più che nelle altre, è la responsabilità di non far morire il dolce suono e il movimento della nostra lingua italiana. Viviamo in un’epoca parole spente. In un’inflazione di parole che vengono addosso a generazioni che non è vero che leggono poco, leggono un sacco – dagli sms agli spot, ai giornali dati gratis nel metrò…….ma tutte cose in cui le parole sono morte. Lettura in cui non c’è vita…” e agli insegnanti e a chi vuole divulgare buona lettura aggiunge “ Alzatevi in piedi, piuttosto, leggete……Fate come avete visto fare davanti a voi da chi ha letto grandi pagine di letteratura investendole di sé stesso, della propria domanda di felicità e scoprendo il segreto del mondo. Fate così, come i monaci in piedi e i guerrieri”.
E come guerrieri, Salvemini e Tria, hanno letto per sé stessi, per chi ha voluto ascoltarli.
Le luci, i brani musicali, bellissimi e studiatissimi, erano però l’innocente specchietto per le allodole/ascoltatori, dei quali essi ambivano il cuore e la mente, da conquistare alla poesia, al gusto della poesia, alla poesia capace di scaldare che è “casa delle parole”, come ha citato a fine serata uno dei presenti ai poeti che hanno volentieri risposto alle tante domande loro poste.
“Una corsa dietro alla follia, che non si lascia mai prendere” Nunzio Tria ha definito il suo rapporto con la poesia, il titolo “ Disfonie: azione poetica in teatro”, il titolo della sua performance.
Tra una pioggia di pallottole di carta, su cui erano impresse le sue poesie, una scrivania, due microfoni, due fari di scena, una luce intensa sui fogli, una voce suadente che scaturiva quasi dal buio e poi musiche d’atmosfera e la voce registrata dell’attrice Angela Esposito a intercalare con l’assoluto protagonista della scena, Tria, che ha proposto la sua particolare performance di poesia, altrettanto suasiva per le costruzioni semantiche e per le suggestioni della timbrica poetica.
Nell’una e nell’altra performance un flusso travolgente di emozioni, in nome di quelle capacità di comunicazione della vera Poesia che, traducendo i particolari stati di sensibilità, ne fissa i gesti e le intenzioni in una dialettica senza chiusure.
Per Nunzio Tria, la Poesia “Disfonie” in questo caso, si rivela, come egli ha confessato, “ un luogo di libertà e di scambio dove ogni animo inquieto, ogni rapitore/ice di vento, ogni fuorilegge della parola….dove ogni essere umano, con i piedi ben piantati nelle nuvole, può ritrovarsi…o perdersi”
La poesia dunque protagonista della serata, ma con due eccellenti voci poetiche, a farcirla, ad esaltarne la Bellezza e il Valore.
I poeti e la coordinatrice ringraziano il direttore Annese, il delegato alla Cultura Sisto, Blu Radio per l’impianto luci e fonico, Jo Tv, il sig. Ressa e quanti hanno contribuito alla realizzazione dell’evento.
Crispiano, 8 settembre 2010
Fonte: Michele Annese