Al via il cineforum dell’associazione Agorà

“Nessuno ha un amore più grande di questo”. È racchiuso in questa citazione biblica (che dà anche il nome all’iniziativa) il messaggio che gli organizzatori del ciclo di cineforum al via venerdì a Crispiano vogliono trasmettere al pubblico. Al Teatro comunale del “paese delle cento masserie” per quattro venerdì di fila sarà proiettato un film a cui seguirà un dibattito in sala. Il cineforum è organizzato dall’associazione Agorà, in collaborazione con le parrocchie di Crispiano e la Ressa S.r.l., con il patrocinio dell’Assessorato alla Cultura del Comune. L’ingresso è libero. Le proiezioni cominceranno alle 18.30.
Le pellicole scelte hanno come filo conduttore il dono della vita per gli altri, l’esistenza orientata al bene dell’altro. Questi gli appuntamenti: 12 novembre “Alla luce del sole” di Roberto Faenza, 19 novembre “Fortapàsc” di Marco Risi, 26 novembre “Un eroe borghese” di Michele Placido, 3 dicembre “Il giudice ragazzino” di Alessandro di Robilant.
In “Alla luce del sole” Roberto Faenza mette sullo schermo gli ultimi due anni di vita di padre Pino Puglisi, coraggioso parroco palermitano assassinato il 15 settembre del 1993. Don Puglisi non solo ebbe il sogno ambizioso del recupero e dell’avvio ad una autentica cultura della legalità di ragazzi e fanciulli, ma anche il coraggio di realizzarlo in un luogo e in un momento tra i più neri nella storia del Paese. Brancaccio è infatti storicamente il quartiere dei boss, il luogo in cui lo Stato cede il posto alla violenza della mafia. Tale situazione era tanto più grave nel periodo in cui la mafia sferrava contro lo Stato la peggiore offensiva che la storia d’Italia ricordi, culminata nell’assassinio dei giudici Falcone e Borsellino. Come Faenza mostra efficacemente, questo è il quadro in cui padre Puglisi svolge la propria opera, in una situazione di profonda solitudine e di isolamento da istituzioni, gerarchia ecclesiastica e dalla stessa gente di Brancaccio che il parroco si era proposto di riscattare. La costruzione di un Centro d’accoglienza è forse uno dei momenti cruciali della vicenda di padre Puglisi ed anche l’evento che lo porterà in rotta di collisione con gli interessi mafiosi del quartiere. Pino Puglisi è un martire, e il regista rende il suo martirio un atto di ribellione contro un ordine precostituito apparentemente immutabile, ma anche una testimonianza di fede, grazie anche all’intensa interpretazione di Luca Zingaretti. Comprimari d’eccezione però sono i tanti bambini e ragazzi verso cui il parroco rivolge i propri sforzi: giovani e giovanissimi costretti a vivere sulla propria pelle la frattura tra il nascente bisogno di legalità suscitato da padre Puglisi e la tradizione familiare legata alla criminalità organizzata. Il regista non ha alcuna indulgenza per i cosiddetti uomini d’onore, che anzi vengono mostrati come uomini bestiali, portatori solo di violenza e viltà. Ci sono voluti anni per riconoscere il valore dell’opera di padre Puglisi e questo film testimonia ulteriormente come il suo sacrificio non sia stato vano ma offra anche oggi una scintilla di speranza.

Fonte: Vincenzo Parabita