50 mila posti per profughi fantasma, quelli che forse arriveranno ma ancora non ci sono. Un appello a Regioni, Comuni, Province e società civile a fare la loro parte per l’accoglienza, in futuro. Quelli reali, che già sono arrivati, trattiamoli invece come carne da macello, assegniamogli il marchio di clandestini e via col rimpatrio appena possibile!
Questa è la solidarietà modello Maroni. E purtroppo le dichiarazioni del ministro non lasciano spazio a smentite.
Mentre si dice pronto ad accogliere i profughi della guerra in Libia, parte per la Tunisia sperando di strappare (in cambio di cosa?) un accordo per il rimpatrio dei ‘clandestini’.
Chi è profugo e chi è clandestino lo stabilisce il fato o direttamente il ministro, a seconda dei casi.
Infatti una parte degli stessi tunisini arrivati in questi due mesi li possiamo trovare a Parigi perché scappati da un centro d’accoglienza senza essere stati identificati, in un centro per richiedenti asilo, con la domanda firmata senza nemmeno essere stati informati di quel che facevano, in un centro di detenzione senza aver avuto la possibilità, pur chiedendolo, di presentare richiesta d’asilo, oppure per strada, dopo aver lasciato le impronte digitali alla polizia e quindi non potendo uscire dall’Italia, o ancora in quel ‘villaggio della solidarietà’, approntato a Mineo, provincia di Catania, in mezzo al nulla. Il tutto senza un criterio, una spiegazione. Insomma un terno al lotto, giocato sulla pelle dei giovani tunisini e della popolazione di Lampedusa.
Vorremmo sapere dal governo chi ha deciso per i giovani tunisini presenti nei CIE che quella era la loro giusta collocazione e che non c’erano i requisiti per la richiesta d’asilo? E chi ha deciso che invece altri potevano presentare la domanda? Molti stavano nello stesso gruppo, non hanno capito niente di quello che, in entrambi i casi, gli stava capitando e adesso sono disperati. Per questo si stanno ribellando ovunque, anche con atti di autolesionismo e tentati suicidi.
Chiunque si occupa di questa materia sa che i 5000 che adesso stanno accalcati su un piccolo lembo di terra in mezzo al mare, potrebbero facilmente essere smistati e ospitati nei tanti posti disponibili in giro per l’Italia. E’ solo il cinismo del governo a tenerli bloccati lì in condizioni disumane (e speriamo non succeda niente di grave, anche se qualcuno probabilmente nell’incidente ci spera, visto che ne ha creato le condizioni!).
Bloccati in attesa di che cosa? Di essere rimpatriati tutti in Tunisia? Ma davvero il ministro pensa di poter chiudere la partita con un risultato così sproporzionato e ingiusto?
Noi, se ci sarò chiesto, daremo il nostro contributo attivando la parte solidale del Paese. Ma sicuramente non saremo disponibili a partecipare a questa roulette russa che il ministro chiama accoglienza.
Fonte: Trisciuzzi Vito – Arci Comitato Valle d’Itria