Lettera aperta all’amministrazione comunale
Egregi Amministratori,
Ho appreso, già qualche mese fa, dai locali mezzi di comunicazione, che si abbatteranno alcuni pini di via Palermo: ho letto anche la motivazione che Vi ha spinto a questa decisione. Comprendo le preoccupazioni per l’incolumità delle persone. Sono stato amministratore al Comune di Crispiano anch’io, come alcuni di voi sanno; pertanto capisco il dubbio e l’ansia che assale chi deve decidere e sente una responsabilità. A Crispiano, come in ogni paese, c’è qualcosa di diverso, più di vivibile che ci rende compiacenti e orgogliosi e queste sono le vie alberate (poche per la verità). Una di queste è l’arteria principale che taglia in due il paese (perché qui è il solco erosivo che ha richiamato i primi insediamenti abitativi, sui versanti del quale si è poi sviluppato l’abitato).
Se ci pensiamo bene, escludendo c.so Vittorio Emanuele, Via Monte Grappa, Villa Cacace e Villa Falcone, la risorsa più appariscente e continua che Crispiano può vantare, è proprio questa; sia come viali e alberatura stradale, sia paesaggisticamente per lo scenario suggestivo del complesso rupestre delle grotte del vallone e del centro storico; dell’ampio spazio che si apre nella confluenza di Piazza della Libertà. Dall’incrocio di via Martina allo sbocco di C.so Umberto-Via Taranto: è un concentrato di storia, di testimonianze e di vita del paese, abbellita dalla diffusa alberatura.
Forse per questo, chi ci ha preceduto ha pensato giustamente di valorizzare questo sito, facendolo diventare “importante”: non era più , ma Via Palermo, con la pregevole pieve della “chiesa vecchia”, resa ancora più ammirevole dal restauro della seconda metà degli anni settanta; le grotte “del presepe” e le altre che si aggrappano, ormai quasi soltanto sulla sponda destra; lo spazio del mercato; piazza della Libertà e via Massafra, facendone diventare uno spazio fruibile e vivibile; un’agorà permanente. Qui, tanto come ricordo, sotto , all’ombra, si svolgeva la fiera del bestiame della Crispiano “agricola” del secondo dopoguerra (e credo anche prima), nel giorno di vigilia della festa patronale, il 4 agosto.
Non vedo un’impellente esigenza di abbattere alcuni alberi, sia pure vetusti, per realizzare i parcheggi. In questo spazio il parcheggio si realizza da se, con diligente e progressivo allineamento degli automobilisti. Questi pini hanno bisogno di manutenzione, questo si; di potare i rami secchi e pericolanti, ma non di eliminarli. Ce n’è qualcuno che è più inclinato, ma va sempre prima fatta un’attenta verifica. Cominciamo a liberare il colletto da cordoli di cemento che li strozzano; togliamo l’asfalto intorno al tronco per quel tanto che le radici possano ricevere ossigeno; creiamo delle piccole aiuole di terra intorno alla base del tronco.
Questa Amministrazione l’aveva scritto nel programma, di realizzare nuove alberature stradali e quindi mantenere l’esistente.
Mi permetto di suggerirVi di aspettare. Si può vedere insieme, con il debito conto che a Voi compete responsabilità, decisione e ruolo istituzionale. Sarebbe però auspicabile che questo piano di ristrutturazione arboreo fosse condiviso pubblicamente per l’importanza che gli spazi, di cui sopra, rivestono per il paese, come viene chiesto da alcuni cittadini.
L’esito del Referendum sull’acqua, sul nucleare e sul legittimo impedimento insegna, ancora una volta, che non si può prendere decisioni che riguardano il patrimonio pubblico, senza tener conto delle idee che vengono dalla società.
Cordiali saluti
Crispiano, 15.6.2011
Antonio Conte
Già Amministratore e Consigliere comunale di Crispiano
Fonte: Antonio Conte