Il bene ambientale e paesaggistico degli alberi va tutelato

Ieri pomeriggio a Crispiano, dopo una intensa pioggia battente per un temporale estivo, è collassato una metà di uno degli alberi vetusti di pino di via Palermo. Si è trattato di un grosso ramo portante nella parte sommitale una folta chioma, composta sia di parti verdi che di ramaglie secche. Questo si è squarciato e stroncato nel punto della “croce” dell’albero, dove il tronco si dirama in due direttrici principali. Nel frattempo è intervenuto il Corpo dei vigili Urbani del Comune che ha provveduto immediatamente a transennare lo spiazzo dove insistono gli alberi di pino. Il crollo fortunatamente non ha procurato danni a persone e cose. La vista della scena dell’accaduto ha generato apprensione nei passanti per quello che può in seguito accadere, in altre simili circostanze, a qualche altro albero dell’area stessa del mercato. Come i cittadini di Crispiano ricorderanno, circa un anno fa si era costituito il Comitato “Salviamo il nostro verde” in quanto l’Amministrazione comunale aveva deciso di abbattere tutti i pini di via Palermo per realizzare parcheggi. Pronta fu la reazione della gente che massicciamente aderì alla raccolta di firme, indetta dal Comitato contro questa unilaterale e improvvida decisione. L’Amministrazione comunale, nell’incontro avuto con alcuni rappresentanti del Comitato stesso, nato in difesa degli alberi secolari, replicò adducendo la motivazione che, non tutti, ma soprattutto alcuni alberi erano pericolanti e per l’incolumità fisica delle persone andavano abbattuti. Ma tutto era iniziato perché L’Amministrazione voleva realizzare parcheggi, abbattendo 17 alberi! Invece andava fatto una competente manutenzione di sfoltimento e potatura dell’abbondante seccume che appesantiva le chiome. Inoltre occorreva tagliare quei rami abbastanza pendenti dal lato dove questi si presentava più folto, riequilibrando tutta la pianta, altrimenti resa pericolosa. Il Comitato propose all’Amministrazione di far seguire questi interventi da alcuni esperti potatori da esso stesso indicati. Ma questo non ha avuto nessun seguito. Eccoci giunti a questo crollo odierno: l’acqua ha inzuppato, appesantendo ulteriormente il groviglio fittissimo di rami, cresciuti eccessivamente e disordinatamente negli anni per i mancati interventi di potatura. Già sul finire di questo inverno passato c’è stato un’altra cospicua caduta di rami secchi e troppo sporgenti , ma in maniera più limitata e ad un albero più basso, in seguito ad una giornata di bufera di acqua e neve. Questo evento fu anche segnalato da una videoripresa di un componente del Comitato e proposto sul sito web locale; in seguito, l’Amministrazione comunale non ha provveduto al lavoro di potatura e alla pulizia dei rami secchi e pericolosi. Questi alberi costituiscono un immancabile patrimonio naturale, ecologico e paesaggistico e sono qualificanti per l’arredo urbano dell’arteria principale del paese, oltre a costituire un microclima che attenua la calura estiva, ma vanno curati. I tronchi degli alberi sono stabili e ben radicati, come accertato da due biologi forestali, dal comitato stesso invitati per un sopralluogo. Si era anche detto che laddove si fossero ravvisati evidenti rischi di crolli di parti di albero, si sarebbe intervenuti con una recisione. I pericoli però vanno individuati dopo gli interventi preliminari di potatura. Il Comitato, con alcuni aderenti, si è proposto di seguire queste fasi di manutenzione, guidando passo passo i lavori. A questo punto, non è l’emotività che deve guidare alcune decisioni di organizzazione ed uso dell’area interessata, dovuta ad una comprensibile apprensione per l’accaduto. La cosa immediata che va fatta, e ci permettiamo di suggerirlo all’Amministrazione, è proprio un intervento qualificato e oculato di accorciamento dei rami troppo pendenti e sfoltimento delle chiome troppo fitte e pesanti, per non interrompere, con notevoli disagi che ciò comporterebbe, il regolare svolgimento del mercato settimanale del martedì.
Crispiano 15.8.2012
Il Comitato “Salviamo il nostro verde”

Fonte: Tommaso Fragnelli