Problema randagismo a Crispiano
Un’altra estate torrida per tutti gli animali randagi che errano nel nostro paese e a nulla servono le sollecitazioni fatte e le lettere consegnate al sindaco, a quanto pare insensibile al problema. Eppure “il randagio -secondo la legge 12/95- è di proprietà del sindaco del territorio in cui erra, ad esso spettano tutti gli oneri di assistenza, cura alimentazione e igiene del cane”. Nel nostro Comune la polizia municipale “consiglia” a diverse persone che amano gli animali di evitare di sfamarli perché “ciò comporterebbe alimentare ulteriormente il randagismo”. In realtà le cose non stanno proprio così; non ha ragione il cittadino che minaccia di denunciare chi sfama un randagio, e commette “abuso di potere” chi utilizzando la propria divisa intimidisce ricorrendo verbalmente a multe o leggi inesistenti! La verità è che nessuna “autorità “ può permettersi di perseguitare chi ama gli animali e li aiuta. E’ scritto negli obblighi del Comune in materia di salute pubblica. E’ scritto nella legge 189/05 che punisce con sanzioni penali e pecuniarie chi maltratta gli animali, e affamare o assetare è pari ad un maltrattamento! E’ scritto nella legge Regionale 12/95 emanata a tutela degli animali amici dell’uomo. Il problema del randagismo e della sua “pericolosità” non si risolve certamente impedendo alla gente di alimentare i cani; piuttosto viene da chiedersi: è più pericoloso chi dà loro del cibo o chi non provvede ormai da anni ad occuparsene, non ottemperando così ad obblighi morali e penali?
Le amministrazioni che, dalla sua entrata in vigore hanno reso operativa ed applicabile la legge 281/91, oggi non assistono più a rappresaglie tra cittadini pro e contro, e “autorità” verso chi sfama gli animali. Nei paesi in cui i soldi erogati da Stato e Regioni per la lotta al randagismo sono stati spesi ed utilizzati per questo fine, oggi non si assiste più a simili bassezze e gli animali sono rispettati.
Sarebbe bello se i nostri amministratori si soffermassero di più sulla lettura delle normative e non voltassero le spalle, perchè come sosteneva Gandhi: ”La grandezza di un paese e il suo progresso morale possono essere giudicati dal modo in cui esso tratta gli animali”.
Donatella Liuzzi
Fonte: Donatella Liuzzi