cultura : Crispiano: Il gioco di Pizzichicchio e…“La Rivoluzione”

Sembra che fra tutte le tradizioni antiche e moderne, a Crispiano si voglia rispolverare il vecchio gioco di Pizzichicchio, creato dopo il 13 febbraio del 1861. Si ricorderà, che in seguito alla sconfitta presso Gaeta per opera dell’esercito Piemontese, Francesco II di Borbone, fu costretto a rifugiarsi nel Palazzo Farnese a Roma, rimanendo in miseria tutto il meridione d’Italia. Quei tragici eventi furono motivo di compromessi per le varie faziosità entrate in campo nelle nostre contrade. Infatti, da una parte, i Liberisti Piemontesi che volevano arruolare nel loro esercito i giovani contadini, togliendoli dal lavoro che rappresentava la loro unica fonte di sostentamento, e dall’altra, i nostalgici Legittimisti, che difendevano il Re Borbone per non sottomettersi ai Sabaudi che imponevano tasse e dazi. Gli Amministratori dell’epoca con alcuni preti, ebbero voce d’intesa con i Briganti, pensando di contrastare i Piemontesi facendo così “ Il gioco di Pizzichicchio”, che consentiva ai Briganti di spadroneggiare tranquillamente. Da questi fatti, i nostri avi ci hanno tramandato il motto: “ C’è stè fascème u sciùche de Pizzechicchj”, cioè, nell’uso comune, pur di non ammettere che si compiono dei soprusi, si giustificano altri tipi di malefatte. Da parte nostra, non necessitano né predicozzi né tanto meno paladini per difendere tali ovvietà, E’ inverosimile che alcuni nostri attentissimi lettori, abbiano riscontrato delle “ virgole” fuori posto e, che altri simpatici imbecilli di Pitigrilliana memoria, pretenderebbero di trovare la volpe nel pollaio e sgozzare i palmipedi, mentre depongono le uova. Secondo questi nostri simpatici lettori, sarebbe lecito parlare di una “ Rivoluzione culturale” a Crispiano e di una Moralità Amministrativa, solo se avvengono dei falsi in bilancio. Noi siamo convinti invece che, sia arrivato il momento di evitare quella massima Ciceroniana il quale recita: “Il Popolo vuol essere ingannato, ebbene, s’inganni”. Quell’epoca è lontanissima, e i Crispianesi non ammettono che si ripetano degli accomodamenti o, che si riscopre il gioco di Pizzichicchio. L’Etica, la Morale è la Verità vanno difesi da tutti, in ogni momento nella vita di una comunità e queste parole, non possono essere sostituiti da Soprusi e Abusi. Nel romanzo Guerra e Pace Tolstoj, fa dire a uno dei personaggi: “ La Verità è la cosa più bella che possa esistere al mondo, e la maggior parte di noi dovrebbe desiderare credere”. I tanti giovani laureati disoccupati e indignati di Crispiano non sono cose astratte anzi, loro, sono propensi a far dimenticare il dialetto Crispianese: “ C’e stè sciuchème a u sciùche de Pezzechicchj” e invitano tutti a mettersi “ ON THE ROAD”. Bisogna stare attenti poiché i Crispianesi, specialmente i più indifesi, potrebbero correre il rischio di subire un moderno aggiogamento come si usava “aggiogare” i bovini una volta nelle “Cento Masserie”, ingannati ancora una volta dal gioco di Pizzichicchio, del quale, alcuni prezzolati ne traggono ancora vantaggio.

Fonte: Francesco Santoro