Presentazione del libro “Senza Paracadute”

A Taranto, sabato 6 ottobre si è tenuta la presentazione del libro “Senza Paracadute. Diario tragicomico di un giornalista precario” di Antonio Loconte, giornalista abbastanza noto in Puglia. La conferenza è stata organizzata nella cornice molto suggestiva di una storica casa musicale a pochi passi dal Ponte Girevole, luogo simbolo della città, in un locale sito al piano stradale di Palazzo D’Ameglio, costruzione tra le più antiche e prestigiose della Città Nuova, dove al piano nobile trova sede l’Ordine Sovrano Militare di Malta; calorosa l’accoglienza riservata dal titolare del negozio in una saletta interna che ben si addiceva ad un evento come questo; vi era stato esposto anche un quadro della pittrice Lina Mannara prestandosi a fare da elemento scenografico. Un bel pubblico composto da persone di spiccata cultura tra cui diversi pittori e giovani musicisti, ha risposto all’invito dell’organizzatore (il consulente informatico Claudio Taranto), incuriosito dal personaggio e dalla sua storia e indignato per l’epilogo amaro del licenziamento. Loconte è stato l’autentico mattatore della serata, presentando se stesso senza filtro di nessun moderatore, e conducendo uno scoppiettante “talk” al quale hanno partecipato un politico (Alfredo Cervellera, consigliere regionale), un sindacalista (Giancarlo Turi, segr. gen. prov.le della UIL), un giornalista (Gustavo Delgado, decano dei giornalisti pugliesi), una musicista (Alessandra Mottola, direttrice della Piccola Orchestra di Taranto); hanno arricchito la serata l’attrice Anna Cofano, che ha letto dei passi del libro, e il jazzista Antonio Ciraolo che ha cantato e suonato alla tastiera delle belle canzoni d’autore. Loconte nella sua coinvolgente narrazione ha divertito il pubblico, spesso chiamato a dire la propria sulle questioni centrali della storia: il licenziamento ingiusto dall’emittente interregionale di cui è stato uno degli inviati di punta. Lo ha fatto partendo dal suo vissuto personale, con toni ironici ma anche amari, fino ad ampliare lo spettro di indagine alla categoria dei giornalisti, e anche di una intera generazione, alle prese con l’incertezza di una stabilizzazione di difficile se non improbabile conquista. Con la sua verve e la sua simpatia, l’autore ha saputo conquistare i presenti, mostrandosi caloroso e amichevole; nulla di simile agli inavvicinabili divi o presunti tali della tv. Inutile dire che il libro è andato a ruba. Ma quello che più stava a cuore all’autore non sono state tanto le vendite, ma la denuncia di un sistema al collasso, stroncato dai tagli ai finanziamenti pubblici all’editoria e che si sostiene sul lavoro di battaglioni di precari dell’informazione, ricattabili e facilmente sostituibili dai tanti giovani che per narcisismo sono disposti alle peggiori umiliazioni. Il grido di dolore che Loconte alza con il suo “Senza paracadute” è soprattutto un’affermazione di dignitosa libertà. E si sa, la dignità è un doloroso umanissimo sentimento.

Fonte: Claudio Taranto