Il partito che non c’è

Le primarie del centrosinistra, fra pochi giorni, sono un’occasione importante per ridare voce alla partecipazione popolare e tastare il polso alla coalizione progressista riunita attorno al manifesto ‘Italia bene comune’. Ma sarà difficile che quelle forze da sole ottengano i numeri necessari per garantire al paese una solida maggioranza e un governo stabile.
Non a caso c’è grande agitazione al centro. La novità, peraltro attesa, è l’iniziativa lanciata da Montezemolo e Riccardi insieme a Olivero e Bonanni. L’intento, a detta dei proponenti, è sottrarre all’astensionismo larghe fette di elettorato grazie a una nuova offerta politica «alternativa ai populismi di destra e di sinistra», per un governo di ricostruzione e una legislatura costituente.
Operazione non poco ambigua. Quale processo ‘costituente’? Quali politiche per il lavoro, lo sviluppo, il welfare potranno emergere da questo miscuglio di culture liberiste e solidaristiche? Con quali alleanze? Si lascia intendere di guardare al centrosinistra, ma si smentisce di volere un’intesa, e intanto – in attesa dell’esito delle primarie – si lanciano segnali tesi a spostare l’alleanza verso il centro. Si lavora per fornire una legittimazione elettorale all’ipotesi di un Monti bis, peraltro in competizione con la primogenitura rivendicata su quel progetto dall’Udc. Per ora Monti non si espone, ma manda segnali di disponibilità. Come interpretare le sue uscite sui rischi per l’Italia nel caso di un cambio di governo? È evidente che le grandi lobby economiche si stanno mobilitando per impedire l’ingresso della sinistra al governo del paese. Ma cosa c’entrano con quest’intento organizzazioni come Acli e Cisl? Sarà bene che i promotori del nuovo centro escano dall’ambiguità e dicano da che parte stanno. L’imbarazzo è grande e il rischio di disorientamento forte. Partecipare alle primarie del centrosinistra, comunque la si pensi sui limiti di questa sinistra, è anche un modo per dare più forza e credibilità al fronte progressista, creare le condizioni per chiudere la stagione dei tecnocrati e offrire una chance al progetto di ricostruzione economica, sociale e civile di cui c’è urgente bisogno.

Paolo Beni – Presidente Nazionale Associazione ARCI

Fonte: Trisciuzzi Vito – Presidente Comitato territoriale