Poco esplorato, nel corso dei secoli, è stato il rapporto tra la fede (e quindi la Chiesa, la religione, la morale) e gli animali. La festa di sant’Antonio abate, che ricorre il 17 gennaio, è una preziosa occasione per approfondire questo tema. Leggiamo, infatti, nel “Benedizionale” alla voce “benedizione degli animali”: “Nel disegno di Dio Creatore anche gli animali che popolano il cielo, la terra e il mare, partecipano alla vicenda umana. La provvidenza che abbraccia tutta la scala degli esseri viventi, si avvale di questi preziosi e fedeli amici dell’uomo e della loro immagine per significare i doni della salvezza. Salvati dalle acque del diluvio per mezzo dell’arca, partecipano al patto di alleanza con Noè; l’agnello richiama l’immolazione pasquale e la liberazione dalla schiavitù dell’Egitto; un grande pesce salva Giona dal naufragio; i corvi nutrono il profeta Elia; gli animali, con gli uomini, sono coinvolti, grazie al profeta Giona, nella penitenza di Ninive…insomma: con tutto il creato rientrano anche loro nel piano universale della redenzione promessa nella Bibbia e attuata da Cristo”. Interessante, ma poco conosciuta, è la figura di sant’Antonio abate. Originario dell’alto Egitto e nato intorno all’anno 250, si sentì chiamato a seguire il Signore nel deserto dopo aver udito le parole del Vangelo: “Se vuoi essere perfetto, vendi quello che possiedi e dallo ai poveri, poi vieni e seguimi”. Il suo esempio ebbe una vastissima risonanza e fu segnalato a tutta la Chiesa grazie alla biografia redatta da sant’Atanasio, ancora oggi il testo fondamentale per conoscere Antonio abate. E’ considerato il padre di tutti i monaci e il fondatore di ogni forma di vita religiosa. Antonio non si tenne, però, semplicemente in disparte nel deserto ma fu sensibile ai problemi del suo tempo, collaborando per il bene comune sia con i vescovi che con i responsabili della vita civile, che ebbero sempre di lui un’altissima stima. La tradizione narra che morì, vecchissimo, nell’anno 356, essendo ormai ultracentenario. Classica la sua rappresentazione iconografica, dove appare attorniato da diversi animali, in particolare dal famoso porcello ammansito ai suoi piedi (immagine che richiama simbolicamente il dominio dei cattivi pensieri e la loro continua conversione a Cristo, secondo la più pura tradizione monastica). Sull’argomento, la Parrocchia Santa Maria della Neve in Crispiano, retta da don Michele Colucci, promuove per la serata di giovedì 17 gennaio, in piazza Madonna della Neve, il rito della benedizione degli animali domestici, che avrà luogo dopo la santa Messa delle ore 18,00.
Informazioni: tel. 099616027 – 3407702255
PARROCCHIA SANTA MARIA DELLA NEVE – CRISPIANO (Taranto)
Fonte: don Michele Colucci