Con un candido comunicato stampa i Crispianesi hanno appreso le apprensioni e le difficoltà che l’Amministrazione Comunale incontra nel gestire il servizio della raccolta rifiuti. Diversi Crispianesi, amanti della cultura popolare, hanno lamentato la mancata pubblicazione de ” U Calèndarje Nustre ” che attraverso la saggezza dei nostri avi, riescono ad interpretare i vari atteggiamenti di responsabili poco responsabili. Da un sondaggio effettuato si è scoperto che il motto: ” U Sineche passe e^u pajèse rummène” sia il più adatto a decifrare il comportamento di ogni primo cittadino che a Crispiano, abbia orgogliosamente indossato la fascia tricolore. I nostri anziani ricordano – con una buona dose di sconforto – le promesse fatte a ogni nuova occupazione dell’ambita poltrona. Infatti, sin dai primi anni 50 (scorso secolo) e fino ai nostri giorni, si è cercato sempre di tranquillizzare i cittadini per il lavoro; le opere pubbliche; lo sviluppo sociale ma principalmente per la raccolta rifiuti e relativa tassazione, assicurando che i cittadini non sarebbero stati mai trattati come ovini da mungere e da tosare. A parole si sono sempre distinti in quanto a fatti, molto di meno. Molti ricordano ancora vecchi appalti per la gestione rifiuti (Lovelli – Comune di Crispiano) che in un’occasionale e copiosa nevicata (anno 1956) si fecero carte false e, i consiglieri di opposizione, tappezzarono il paese di manifesti dal titolo: “ Allu squàgghjà da nève parn i s…..”. Una volta scoperte le magagne, gli amministratori dell’epoca, non si sa come si ritrovarono con le mani sporche di escrementi. In seguito, per la raccolta rifiuti si attuò una gestione comunale, ma anche in quel caso i rifiuti puzzavano abbastanza. Non occorrono suggerimenti di soloni benpensanti per affermare che: da quel tempo, sotto i ponti del Vallone Lezzitello (in tutto erano nove) sia passata molta acqua. Come tutti sanno, ora l’acqua attraversa via Foggia e nei giorni di pioggia, ignari abitanti che per necessità percorrono tale strada, s’inzuppano come savoiardi nel the. Solerti amministratori da oltre un decennio, con una sola benda, sono riusciti a occultarsi occhi e orecchie, per non vedere e non ascoltare le imprecazioni che i cittadini indirizzano agli occupanti delle comode poltrone comunali. Molti Crispianesi sono convinti che l’Amministrazione, non risenta la mancanza di una copiosa nevicata per nascondere allettanti promesse ed eventuali rifiuti solidi, per questo, si riconosce il merito amministrativo, sempre che, facciano molta attenzione a usare allegramente l’arma dell’ingannare i cittadini, poiché il mese di Aprile potrebbe rivelarsi sorprendente, non più per lo sciogliersi della neve, bensì con “ELEZIONI” che molti aspirano a indossare fasce tricolore “trasversali” e senza rancori. ( vedi – 1° cittadino- Ass. Sisto). I Crispianesi vorrebbero augurarsi di non riascoltare proclami come: e poi ritrovarsi senza nessun sindaco. Quei crispianesi amanti della cultura popolare di cui sopra, amaramente rassegnati, commentano quando recita un altro antico detto: “ da sòse a pedde jèsse u crusciòle” (da un pezzo di pelle si fanno le stringhe) poiché sono sempre i cittadini quelli che ne pagano le spese di eventuali cattive amministrazioni, essendo così vera anche l’amara constatazione che: il sindaco cambia, ma i cittadini rimangono con i soliti problemi di sempre. Purtroppo, ci si accorge molto tardi dell’arrivo del primo cittadino che, come un viaggiatore senza bagaglio, alla scadenza del suo mandato se ne riparte con una valigia piena di favori e privilegi a spese di un intero paese.
Fonte: Francesco Santoro