In attesa dell’ennesimo decreto sui Riva, mentre continua il solito ricatto occupazionale sulla pelle dei lavoratori, la questione ambientale tarantina sta sbarcando a Bruxelles e l’Italia rischia l’apertura di una procedura di infrazione per i mancati controlli ambientali nel nostro capoluogo.
Tutto nel continuo e assordante silenzio della politica, specie di quella nostrana, di tutti gli schieramenti, che “stranamente” pare abbia avere pochissime cose da dire su quello che succede in terra (e in cielo) di Taranto e provincia.
Nel frattempo Crispiano sembra pagare un ulteriore scotto: 250mila tonnellate di loppa sarebbero state conferite dall’ILVA, senza alcuna autorizzazione, nella cava sita nel nostro territorio presso Lamastuola. Il Gip Todisco ne ha chiesto conto, in un interrogatorio del 17 settembre scorso, a Enrico Bertone.
Eppure il Settore Ecologia della Regione Puglia nel 2004 aveva espresso parere negativo ai fini della valutazione d’impatto ambientale per il progetto dell’ILVA di trasformare di fatto quella cava in una discarica per rifiuti industriali.
Tra l’altro la cava interessa un’area individuata quale Sito di Importanza Comunitaria e Zona di Protezione Speciale.
La loppa di per se non risulta essere un materiale pericoloso, si tratta di una scoria del processo di produzione metallurgico. Ma a questo punto sarebbe importante verificare esattamente che cosa è stato sversato in tutti questi anni in quella cava a dispetto di tutte le proscrizioni.
“Il Futuro è di tutti” chiede agli enti locali, Comune, Provincia e Regione, di attivarsi al più presto per dare risposte certe ai cittadini sulla reale situazione del sito. E, considerando l’importanza della zona, di adoperarsi per inserire la cava, ove non già previsto, nel piano di risanamento ambientale che prevede la bonifica delle aree esterne allo stabilimento ILVA.
Fonte: Il futuro è di Tutti