DUE CITTADINI PARTE CIVILE AL PROCESSO CONTRO L’ILVA

Si sono costituti parte civile nel processo contro l’Ilva, per supplire all’inerzia del Comune di Crispiano. Come consente l’articolo 9 del Testo Unico degli Enti Locali, i cittadini Giuseppe Bennardi e Nicola Greco hanno deciso di sostituirsi all’amministrazione, sperando che questa a breve agisca contro l’azienda siderurgica tarantina.
La notizia è stata data in una conferenza stampa a cui hanno preso parte anche Francesco Laddomada, consigliere regionale e segretario della Commissione ambiente e l’avvocato Valeria Colucci, che rappresenta gratuitamente i due cittadini. Laddomada ha affermato: “E’ un’iniziativa di azione popolare, che ho sollecitato dopo aver invitato con una missiva i Comuni di Crispiano, Montemesola, Statte e Massafra alla costituzione di parte civile contro l’Ilva. Essendo Crispiano inerte, ho proposto a questi due cittadini di sostituirsi al proprio Comune. Questa non è un’azione contro qualcuno, né ha valenza politica. Non vogliamo far chiudere l’Ilva, ma pretendiamo la sua ambientalizzazione”.
Giuseppe Bennardi, in passate amministrazioni consigliere comunale e presidente del consiglio, ha ricordato che nel 2012 il consiglio comunale unanime aveva votato un atto di indirizzo sulle iniziative da intraprendere pro territorio e cittadini. Nel 2013, poi, una sua personale lettera al sindaco Ippolito sulla questione sarebbe rimasta inascoltata. Da qui, un’azione che è un “dovere civico, morale e civile”. Nicola Greco, che si è definito non militante, ma appassionato di politica e di estrazione opposta a quella dell’amministrazione, ha detto: “Parlo da ex dipendente Ilva, che conosce quella realtà. Ci mettiamo la faccia, ma solo nell’interesse di tutti”.
La Colucci ha spiegato: “E’ un atto di rispetto verso la comunità e penso che l’ente non debba essere sostituito dai cittadini. Questo è un processo epocale, in cui come parte civile abbiamo chiesto 100milioni di euro”. Soldi che andrebbero al Comune e che, è stato precisato, dovrebbero essere destinati alle famiglie con vittime di patologie legate all’inquinamento.

Fonte: Paola Guarnieri