politica : Ambiente e territorio: chi controlla cosa?

Il mese scorso abbiamo assistito al sequestro dell’antenna di Belmonte che ormai tutti conosciamo.
Dopo una settimana la Forestale ha sequestrato un’altra area di 6mila metri quadri, in una zona protetta dove vige l’assoluto divieto di effettuare arature profonde, in cui è stata completamente asportata la macchia mediterranea, causando una trasformazione definitiva dell’intera superficie e compromettendo irrimediabilmente una vegetazione di grande significato ecologico e di enorme importanza per il nostro ambiente. Tutto ciò a favore di una coltivazione speculativa.
Solo dopo due giorni è arrivata la notizia del sequestro di 19 pale eoliche e di 3 cantieri, ricadenti su terreni sottoposti a vincoli paesaggistici, ambientali e idrogeologici, sempre nel nostro Comune.
Ora, la domanda è sempre la stessa: chi controlla cosa in questo territorio? Dobbiamo sempre aspettare l’intervento della Magistratura per fermare gli scempi? Sappiamo tutti che, quando interviene la Magistratura, quasi sempre è troppo tardi…
Certo non è vantaggioso avere un Ufficio Tecnico azzoppato, pure quello da questioni giudiziarie, ma tant’è…
Qui, tutti dicono di amarlo questo territorio. Ma poi, quando di mezzo ci sono interessi, si è pronti a chiudere un occhio, se non tutti e due.
La testimonianza di ciò sta anche nei tanti abusi edilizi, molti dei quali, purtroppo, condonati nel corso degli ultimi decenni. Abusi mai notati da nessuno, mentre stranamente, se qualcuno ricostruisce un muretto a secco senza autorizzazione, allora subito, con una solerzia che suona sospetta, arriva l’ordine di abbattimento.
E questo succede qui, a Crispiano, dove ancora oggi si continua a costruire nei canali (perché, se ho un diritto, non posso rinunciare a monetizzarlo).
Assistiamo poi, impotenti, alla trasformazione delle nostre campagne in centrali fotovoltaiche sfruttate dalle ditte del nord (con l’incognita dello smaltimento dei pannelli)… cosi, in ordine sparso…. senza alcuna programmazione del territorio.
E si continuano a usare i boschi, le gravine e i tratturi, come discariche.
L’anno scorso abbiamo sollevato il problema dell’Amastuola, dove, in una delle nostre zone più ricche di “tesori”, una cava è stata usata come grande bidone per gli scarti industriali. Sembrava che si dovesse fare la rivoluzione… invece la cosa è morta lì.
E siamo ancora indecisi se costituirci o no parte civile nel processo “Ambiente svenduto”… noi… uno dei Comuni di quell’area già definita “a elevato rischio ambientale”… noi, che siamo a un tiro di schioppo dall’Ilva… mentre si è già costituita la Provincia di Lecce.
E che fine ha fatto l’Ordine del Giorno sull’ambiente, approvato all’unanimità dal Consiglio comunale, con il quale si dava mandato al Sindaco di Crispiano di attivare un percorso comune con Statte, Taranto, Montemesola e Massafra?
Ma noi veramente dobbiamo restare ancora a guardare? Possiamo ancora continuare a dire ? Tutto questo non ci preoccupa? Davvero ci spaventa di più l’istituzione del Parco delle Gravine? Quel progetto, anche quello, abbandonato a se stesso…
Non è forse il caso di trovare delle risposte politiche, delle soluzioni amministrative serie, per quanto ci compete?
Da tempo stiamo dicendo: cerchiamole insieme alcune possibili soluzioni, magari allargando il raggio d’azione all’Unione dei Comuni, visto che molto spesso si tratta di problemi trasversali ai territori. Proviamo a mettere su uno studio serio, sull’aria, sull’acqua, sul terreno, ma anche su questi impianti di energie alternative che stanno prendendo piede da noi, in maniera troppo disorganica. Magari potremmo prima tornare a ridiscuterne in un altro Consiglio comunale monotematico aperto, coinvolgendo di nuovo gli Uffici, la Polizia locale, le associazioni, i cittadini.
Purché poi si dia davvero seguito a quanto deliberato.

Fonte: I Consiglieri comunali di PAESE FUTURO