RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO Chi si è assunto la responsabilità di amministrare un Comune ha il dovere di affrontare i problemi con il massimo sforzo di oggettività e responsabilità, non quello di assecondare paure o pregiudizi, magari per tentare di risalire la china di un consenso ormai scemato, di fronte a risultati a dir poco deludenti sul piano amministrativo e politico. Ci sono molti modi per affrontare le questioni, ma il più sbagliato è quello che si basa sulla paura e che alimenta i pregiudizi. Il video diffuso su Facebook il 24 marzo dal Sindaco Ippolito contiene, a nostro avviso, entrambe le cose. Pur dichiarando un intento di rassicurazione della popolazione per lo “scampato pericolo” di ospitare degli immigrati a Crispiano, come previsto da norme nazionali, l’effetto della comunicazione è quello di alimentare paura e pregiudizio su un argomento che certo crea molta sensibilità ma con il quale tutti siamo chiamati a confrontarci. Anche nel nostro Comune ormai da molti anni vivono e lavorano molte persone venute da altre nazioni, spesso svolgendo compiti che noi non vogliamo o non sappiamo più fare, proprio come tanti nostri genitori, nonni, zii o conoscenti che partivano per la Germania, il Belgio o l’America e che, a volte, hanno dovuto subire la stessa diffidenza ed ostilità. Gli immigrati presenti oggi a Crispiano si occupano principalmente, ma non solo, della cura degli anziani e dei disabili. Verso queste persone, a cui probabilmente molte famiglie crispianesi non potrebbero più rinunciare, non abbiamo mai prestato molta attenzione, ma sicuramente non sono loro ad aver gravato sulle spese comunali e ad aver creato quella voragine che, a quanto ci è dato di sapere, sta ingoiando le risorse del nostro Comune. Certo, la costante attenzione dei mezzi di informazione, prima fra tutte la televisione e poi internet, sui continui sbarchi sulle nostre coste di persone in fuga dalle guerre o dalla fame, ci pongono di fronte ad un fenomeno nuovo per la nostra comunità, che può generare allarme sociale, timore, a volte rifiuto. Ma non potremo a lungo girarci dall’altra parte, facendo finta che la questione non ci riguarderà mai. Soprattutto chi ha scelto di assumersi compiti istituzionali ha il dovere di avere “una marcia in più” e non può limitarsi ad assecondare la paura ed il rifiuto di affrontare i problemi. Ci rendiamo conto che la questione va molto al di la’ delle capacità di questa amministrazione, che a quattro anni dal suo insediamento, ha dato prova finora di non essere in grado di affrontare neanche le questioni quotidiane. Figurarsi problemi di questa portata.
Fonte: Paese Futuro