Riceviamo e Pubblichiamo Taras in MoVimento: Chiesti chiarimenti sulla gestione dell’hotspot di Taranto” Secondo quanto riportato dagli organi di stampa circa 410 migranti sbarcati a Pasqua in Calabria, sembra che nei giorni successivi siano stati trasferiti presso l’hotspot di Taranto, di questi 61 donne e 8 minori accompagnati. Si tratta dell’arrivo di migranti più consistente del 2017 nell’hotspot di Taranto, secondo quanto dichiarato dal responsabile della struttura Dott. Matichecchia. Finora ci sono stati in media tre arrivi a settimana, dalle 48 alle 50 unità: migranti che giungono da Como e da Ventimiglia e vengono mandati a Taranto per le procedure di identificazione. Giungono invece migranti dalla Calabria e della Sicilia soltanto quando ci sono sbarchi massicci, come accaduto nelle ultime settimane. L’hotspot di Taranto è un centro particolarmente esposto al pericolo “illegalità”. Il fenomeno che desta preoccupazione è, appunto, la continua movimentazione di migranti che, trovati senza documenti al nord, vengono trasferiti nell’hotspot di Taranto dove ricevono un semplice foglio di VIA e vengono, praticamente subito, rimessi in libertà nella condizione di irregolari e senza soldi , finendo per diventare dunque facili prede della criminalità organizzata o dei caporali. Tra le altre criticità, gli attivisti di Taras in Movimento denunciano la poca trasparenza nelle procedure di affido dei minori. Con una istanza agli organi competenti, gli attivisti 5 stelle mettono in luce queste ed altre anomalie che riguardano il sistema “Hotspot di Taranto” chiedendo chiarimenti per sapere: 1. se il Comune di Taranto possiede un programma specifico di accoglienza riservato ai minori non accompagnati; 2 . se il Comune, in caso di temporanea indisponibilità nell’hotspot, assicura temporaneamente l’assistenza e l’accoglienza del minore ed in quale struttura effettua l’accoglienza; 3. se il Prefetto di Taranto ha già individuato le strutture ricettive temporanee esclusivamente dedicate ai minori non accompagnati, con una capienza massima di cinquanta posti per ciascuna struttura, nel caso di arrivi consistenti e ravvicinati, qualora l’accoglienza non possa essere assicurata dai Comuni; 4. quanti sono gli SPRAR presenti sul territorio ionico e la loro ubicazione nella circoscrizione tarantina 5 . al Direttore Generale della ASL di Taranto, se il personale sanitario che presta servizio all’interno delle strutture è stato adeguatamente formato, al Direttore dell’Hotspot di Taranto se i migranti vengono adeguatamente informati sui loro diritti, al Magnifico Rettore dell’Università degli studi di Bari se la Commissione nazionale per il diritto di asilo ha predisposto corsi di formazione per componente delle Commissioni territoriali e per gli interpreti, mediante convenzioni stipulate dal Ministero dell’interno con l’Università. In mancanza dei requisiti previsti e delle succitate garanzie di tutela dei diritti umani, gli attivisti di Taras in Movimento ritengono la gestione dell’Hot Spot di Taranto non in linea con gli stessi principi fondanti dell’Unione Europea e, pertanto, auspicano che “ chi di dovere” possa chiarire alla cittadinanza la reale situazione della questione migranti, una tematica che interessa l’intera circoscrizione tarantina.
Fonte: Taras in MoVimento