A Crispiano non si svolgono più le fiere

Il 10 aprile Crispiano vantava la fiera di S. Espedito, la prima delle tre che si svolgevano in paese, ma anche una delle prime dell’anno in Puglia. Una importante promozione  economica nella quale venivano formalizzati, con una sola stretta di mano, gli acquisti di merci e bestiame, sondato il mercato in generale e stabiliti i prezzi iniziali, suscettibili di variazioni, in più o in meno, che fungevano da indicatori nelle fiere più importanti successive. Una tradizione, già presente nella prima metà del secolo scorso, che collocava Crispiano nel mondo economico pugliese. Si racconta anche che in fiera erano presenti mediatori capaci di valutare ad occhio il peso di un bovino di 2-6 quintali, con una tolleranza di un chilogrammo; ovviamente non sempre veniva indovinato il peso reale.            Giuseppe Cesareo, primo sindaco del dopoguerra, in un documento del 1945, riportato in “Crispiano-Miscellanea, pubblicato dal sottoscritto nel 1992, orgoglioso della propria cittadina, giunta a un quarto di secolo di vita autonoma, scrive.”…Oltre ai vari negozi ben messi, vi è un albergo di 3^ classe, vi sono due caffè, un cinema, il campo sportivo comunale, due garagi con posti di rifornimenti. Funziona anche un Ufficio Postale telegrafico e quello telefonico. Diverse feste religiose vengono nell’anno celebrate, principale quella del 5 agosto, della titolare della Parrocchia S. Maria della Neve, preceduta il 4 agosto dalla relativa fiera; un’altra fiera, quella di S. Espedito, ha luogo il 10 aprile”. Cesareo aggiunge che: ”Il Paese è lindo e pulito, poiché dal Comune non viene trascurata l’igiene, ed è attraversato da larghe strade per tutta la sua lunghezza. I turisti oltre alle loro escursioni al vicino bosco Le Pianelle ed alla pineta della foresta, per la mancanza del patrimonio monumentale dell’epoca greca e di quella romana, perduto con la scomparsa del Paese, in epoca remota, possono aggirarsi tra le Cripte bizantine, quantunque profanate, tra cui la grotta del Cardinale nel vallone di Triglie, da dove ha origine la sorgente dell’acquedotto romano, la Cripta a tre navate di Lame di Rose, quella della masseria Li Castelli con i ruderi della chiesetta di S. Angelo”. Conclude: “Qui formulo, l’augurio che giunga presto il giorno in cui il piccone, lavorando sui ruderi, sopra cui impunemente l’erba cresce, possa parlare meglio ai visitatori della millenaria civiltà del Paese”. Lungimirante anche il nome attribuito a questa antica fiera S. Espedito, perché?:  a Roma la chiesa di S.Maria di Loreto (vicino alla Colonna Traiana) ospita una statua del santo, in prossimità dell’ingresso, a destra. Sempre a Roma, un’immaginetta della fine del XIX secolo testimonia un culto del santo nella parrocchia di S.Vitale, che Crispiano avrebbe scelto  in memoria delle sue origini romane; inoltre, nelle raffigurazioni del santo, sia quelle siciliane  del XVIII secolo che in quelle dell’area germanica dei secoli XVIII-XIX , è presente un animale,il corvo; oppure perchè s. Espedito inizialmente era considerato patrono dei commercianti e dei naviganti, in quanto protettore degli affari , invocato anche per tutte le cause urgenti e pregato dagli esaminandi per il buon esito dei procedimenti giudiziari.

Premesso tutto questo, storicamente importante per Crispiano, si comprende allora  l’interrogativo di tanti cittadini che vorrebbero sapere le ragioni vere del provvedimento sindacale di qualche anno fa, che ha “sospeso” (non c’è nulla di più definitivo della provvisorietà!), per motivi di sicurezza, le tre fiere di Crispiano (la terza è quella di San Francesco d’Assisi del 3 ottobre, voluta nel 1962 dal compianto don Cosimo Montemurro, di cui  domenica prossima sarà commemorato il 25°anno del decesso). Il pericolo, si dice, sono i lavori in corso di consolidamento delle grotte del vallone, dove però, tranquillamente, continua a svolgersi il mercato settimanale; si dice anche che non sono presenti più animali e che queste fiere non hanno più significato per la scarsa partecipazione di ambulanti, ritenendo sufficiente il mercato del martedì, che quest’anno per una “coincidenza eloquente”, cade proprio il 10 aprile.

Si preferisce cioè, come spesso accade nelle amministrazioni pubbliche, distruggere anziché innovare. Negli anni scorsi la Comunità Montana, estinta per cecità politica, ha promosso numerose iniziative, nei Comuni del territorio, per rinvigorire l’economia locale, attraverso manifestazione fieristiche (esposizioni, convegni e riscoperte delle tradizioni popolari); cosa che attualmente potrebbero promuovere i GAL e le Unioni dei Comuni, utilizzando meglio le risorse disponibili. Crispiano, la sua storia, le sue tradizioni, la sua economia , il suo territorio ricco di testimonianze millenarie, meriterebbe più attenzione, più rispetto e più impegno per il progresso civile, economico e turistico. Si potrebbe promuovere il mercato degli allevamenti con un concorso o con un seminario di studio, individuare  nuovi spazi, se veramente necessari ce ne sono tanti, per svolgere mercati, fiere ed altre manifestazioni di interesse generale, senza  penalizzare ulteriormente l’immagine del paese. Sarebbe saggio e soprattutto “buono e santo”, considerato che questi mercati, oltre all’economia locale, hanno anche un valore sociale, civile e religioso.

Ci saranno certamente ragioni valide che giustificano i provvedimenti in atto, ma ci sono anche soluzioni alternative da cercare con il concorso di tutti i cittadini (consultarli ogni tanto non fa male), per dare alla cittadina nuova linfa prima che si arrivi all’ultimo respiro.

Il 10 giugno sono state fissate le votazioni per il rinnovo dell’Amministrazione comunale, sarà l’occasione per scegliere le persone giuste a cui affidare le sorti del Paese, in omaggio anche alle lungimiranti volontà dei promotori dell’Autonomia comunale, ottenuta il 14 novembre del 1919, che Crispiano si appresta a festeggiare con grande orgoglio.

                                                                                        Michele Annese