Maestri muratori Crispianesi nei primi anni del secolo 900 edificarono le protezioni del Vallone Lezzitello. Lungo tutto il percorso da via Palermo fino a Piazza della Libertà, il Vallone si congiungeva con il tratto di via Pirandello e via E.Fieramosca, proseguendo in un “unicum” fino a Corso Umberto e via Taranto. Le protezioni in tufo laterali al Vallone, presentavano diverse feritoie in tufo, che facilitavano lo scorrere dell’acqua piovana riversatesi dalle strade adiacenti. Dalla contrada Pezze “Trincerone” s’incanalava l’acqua alluvionale proveniente dai monti Scorace/Pentimarossa/Le Pezze, defluendo liberamente attraverso le feritoie esistenti all’incrocio di via Martina F. (ora ostruita da palazzine costruite in mezzo alla strada). Dal luogo dove esisteva il “Vecchio Macello Comunale” (ora ostruito dal rist. Pantagruel) e, fino al termine di C. Umberto e via Taranto, esistevano 9 (nove) ponti. I violenti e potenti temporali non erano ancora denominati “ Bombe d’Acqua”. Le torrenziali piogge come quelle registrate di recente, tenute sotto controllo da simpatici e imbecilli telefonini, non preoccupavano più di tanto, anzi, i nostri avi le ritenevano motivo di benefici. Si riempivano le enormi cisterne delle Cento Masserie e i pozzi esistenti in tutte le abitazioni.) Nei peggiori dei casi, erano motivo per essere vigili alle protezione ed eventuali pulizie del vallone o altre canalizzazioni nelle campagne che ogni buon contadino manteneva puliti con attenzione.
Come molti ricordano, lungo il Vallone in bella mostra, c’erano le grotte che si estendevano fino in via Endertà, dove diverse custodivano degli affreschi che i proprietari per paura di vincoli legislativi, fino alla fine degli anni 50, regolarmente imbiancavano coprendoli fino a che, lo sviluppo urbano, ha consentito di frantumarle similmente a quelle dove esisteva la Masseria De Siati. attualmente sorgono palazzine alveari fra via Martina e via Palermo).
Come si sa, la civiltà porta scompiglio nei confronti della Natura, e, quando la Natura è alterata, Lei, si ribella, è c’è chi ne fa le spese. La modernizzazione della nostra Crispiano, ha sollecitato a qualcuno di sognare, inconsapevole che il loro inconscio non era controllato dal proprio intelletto.
Bisognava civilizzarsi, era l’imperativo! Occorre modificare, ristrutturare, Re.cu.pe-ra-re.
A Crispiano è diventato di moda. Poiché una popolazione che fa rimanere le cose, che funzionano così come sono state da sempre, fa parte di una logica retrograda. Se qualcosa d’importante va in rovina cancellandola per sempre, non è colpa di nessuno o almeno è colpevole chi ha amministrato prima o di quello ancora prima. L’importante è civilizzarsi. D’altronde si crea lavoro, benessere per gli imprenditori e per i cittadini. E il Paese? Il Paese può andare a farsi f……).
L’ultimo ammodernamento esemplare in Crispiano è avvenuto nella Chiesa Vecchia. Vedi foto – (un manichino dell’ottocento di guardia ai WC). All’interno dell’icona crispianese per eccellenza, senza nemmeno un etto di vergogna è stato consentito di costruire i servizi igienici (una vera opera d’arte ingegneristica) il quel Tempio Medioevale che rappresenta le origini di Crispiano, tutto è avvenuto mentre le Sovrintendenze erano in ferie, e, i responsabili poco responsabili che hanno dirottato i finanziamenti, figurerebbero ospiti di riguardo all’Asinara, poiché hanno rappresentato loro stessi e non il decoro o il rispetto del patrimonio storico della nostra Crispiano.”Povera Chiesa Vecchia”.
Come si vede siamo al passo con i tempi. Se qualcuno si scandalizza, oppure s’indigna non è un moderno.
Le meravigliose Grotte “ Le stingi” molti crispianesi non sanno se esistono. La Grotta Rupestre affrescata di ” Pozzo Carucci” ormai è definitivamente distrutta. Per le grotte del Vallone, c’è in atto un recupero lastricato con “chianche” provenienti forse, dall’Albania; le staccionate che delimitano il Vallone, a quanto si sono espressi architetti seri, non c’entrano nulla con l’ambiente circostante.
Forse, molti non ricordano che nella Cripta in via Endertà (sec. XII, il luogo ora è pavimentato con formelle di “ porfido”) fino agli anni 70 sono stati ricoverati dei Muli, molti Crispianesi, adesso sperano che non ci siano degli Asini che distruggano sia la Cripta Santa Maria dell’Odegitria e sia altre grotte.
Ass. Culturale “ Qui e Ora Due Occhi Belli Crispius”- Francesco Santoro