L’Assessorato alla Cultura e la Biblioteca “C. Natale”, nell’ambito delle celebrazioni del centenario dell’autonomia di Crispiano e in occasione della giornata di s. Anna, hanno organizzato un incontro pubblico nel piazzale antistante la cappella del Redentore e dell’ex villa Cacace. Sono intervenuti mons. Giuseppe Maria Fragnelli, vescovo di Trapani, e i sacerdoti don Michele Colucci, don Francesco Simone, don Fabio Massimillo, don Samuele Greco. Dopo il saluto istituzionale dell’assessore alla Cultura Aurora Bagnalasta, è stato proiettato un video – collage di foto (dal 1850 al 1930 ) col commento di Anna Mancini, responsabile dei Servizi Culturali della Biblioteca e organizzatrice dell’evento con la collaborazione del personale della Biblioteca. Testimonianze dei primi insediamenti, foto di famiglie segnate dalla fatica, dalla povertà, foto di galantuomini che hanno contribuito alla crescita della borgata. Foto dell’anima di un paesello che si faceva spazio nella storia, origine del nostro presente.
Mons. Fragnelli ha invitato a soffermarsi sull’anima della nostra Crispiano; a rivalutare, valorizzare quelle persone concrete, che con i loro valori, i loro ideali, hanno forgiato le generazioni successive. Il Vescovo ha invitato i numerosi presenti ad una maggiore attenzione e sensibilizzazione verso la questione ambientale.
La pineta di Cacace, la cappellina meritano l’attenzione delle autorità, civili e religiose. Papa Francesco in “Laudato sii” ha dato un compito agli uomini di buona volontà: curare la cosa comune. “Se Crispiano vuole, deve avere la capacità di difendere, custodire, curare l’ambiente. In una situazione di alto livello di inquinamento, Crispiano deve svegliarsi, deve impegnarsi a lasciare alle nuove generazioni uno spazio di vita più salubre”.
Anna De Marco e Michele Vinci, apprezzati conduttori della serata, hanno letto alcune loro composizioni in dialetto, per onorare e ricordare il grande commendatore Carlo Cacace, nato nel 1898 a Meta di Sorrento, di cui hanno tracciato una biografia. Capitalista illuminato e famoso imprenditore tarantino, proprietario dell’ampia area territoriale all’ingresso di Crispiano, Cacace scelse proprio questo posto come luogo ideale per costruire la sua villa, circondata da una bellissima pineta; successivamente si adoperò per la costruzione di un edificio, nel 1873, “Asilo Amor Fraterno”, destinato ad ospitare 12 “orfanelle”, un orfanotrofio affidato alla cura delle suore di s. Anna e di una cappella del Redentore, nota come cappella di sant’Anna. Ma il nome di Carlo Cacace è legato soprattutto alla maestosa torre, che Crispiano indica come simbolo del paese. Una torre di forma ottagonale, alta 30 metri, che domina il territorio. Una torre scelta come mausoleo per la sua famiglia, ma che oggi versa in uno stato di vergognoso degrado. Nel corso del tempo numerosi atti vandalici ne hanno distrutto la bellezza, ma la sua struttura possente è sopravvissuta all’usura del tempo e alla violenza degli uomini.
L’auspicio è che menti illuminate ridiano prestigio a questo gioiello.
La signora Anna Mancini ha poi offerto un cofanetto, contenente libri su Crispiano e foto storiche del paese, all’ avv. Alessandro Cacace, erede di Carlo, al dott. Carmine Cervo, erede di Tommaso e alla professoressa Rosa Carucci, nipote di Francesco Ricci, gentilmente intervenuti alla serata.
Ad allietare la serata il Rua Katalana Quartet, con musiche e canzoni napoletane (in omaggio a Cacace e alla sua terra di origine) e il maestro Palmo Liuzzi con brani classici.
A conclusione il vescovo Fragnelli ha recitato una preghiera e impartita la benedizione ai presenti. E’ seguito un rinfresco offerto dalla pasticceria “Tentazioni”, sponsor della manifestazione.
Silvia Laddomada